martedì 31 dicembre 2013

Buon anno a tutti... Ma?

Notte speciale è il capodanno, momento di transizione dall'anno vecchio all'anno nuovo. Per far fronte alla domanda eccezionale di trasporto notturno a Roma le due linee metropolitane saranno attive fino alle 2:30. Tuttavia questa sembra l'unica misura straordinaria presa dalla nostra tanto amata ATAC; la rete di superficie (bus,tram) finirà il suo servizio alle 21:00 circa, incluse le ferrovie concesse, e la rete notturna non verrà attivata.
E nel resto d'Europa cosa accade? Vi porto qualche esempio...





"Des métros, des bus, des trains et des RER circuleront cette nuit-là et leur accès sera gratuit du 31 décembre 2013, 17 heures, au 1er janvier 2014, 12 heures." [Fonte: ratp]

A Parigi le metropolitane, i bus, i tram e la rete RER (simile alle nostre ferrovie metropolitane FR) non solo saranno attive con orario continuato per tutta la notte, ma dalle 17 del 31 dicembre alle 12 del 1 gennaio saranno anche gratuite.



"Public transport will be the best way to get around London on New Year's Eve, with free travel, available between 23:45 on Tuesday 31 December and 04:30 on Wednesday 1 January on the Tube, buses, trams, DLR and until last trains on London Overground. Road closures in central London will be in place from 17:00 on Tuesday 31 January to facilitate New Year celebrations. As a result some buses in the area will be on diversion or will finish early." [Fonte: tfl]


Pure a Londra, anche se più breve, ci sarà una finestra temporale, dalle 23:45 alle 4:30, che permetterà di viaggiare sui mezzi pubblici gratuitamente. Non solo: dalle 17:00 verranno chiuse alcune strade del centro per permettere i festeggiamenti in maniera più sicura.
 Alla luce di quanto osservato, come può Roma confrontarsi con le altre capitali europee? Beh, c'è una considerazione da fare...
Anche se stanotte l'unica isola pedonale degna di questo nome sarà rappresentata da via dei Fori Imperiali (dalle 00:00 alle 16:00), anche se molti di noi si muoveranno con la macchina, c'è una cosa che non abbiamo da invidiare a francesi e inglesi: noi i trasporti "aggratise" li offriamo tutto l'anno.

[su segnalazione del "Principe Frattario" del Comitato Pendolari RMNord]

martedì 24 dicembre 2013

Letterina di Natale

In questo tempo di festa è più che mai ora di fare bilanci, di esami ma anche pensare a propositi per l’anno nuovo. Da quando mi sono registrato su Twitter come @TreninoGiallo sono potuto entrare in contatto con tantissime persone che in un modo o nell’altro hanno lasciato il segno. Tra grandi sostenitori e aspri critici, sento che questa esperienza sul web mi sta arricchendo come mai successo prima.  Sto maturando una maggiore consapevolezza di me stesso e capisco quanto può contare porsi nei confronti delle persone in un certo molto o in un altro. Un anno fa non avrei mai e poi mai avrei pensato di curare un sito, ma ora eccomi qua. Mi chiedo cosa farò l’anno prossimo…! Mi spiace solo di non aver potuto ultimamente amministrare il blog come avrei voluto, ma prometto che mi rimetterò in pari. Voglio fare di questo spazio un luogo di incontro, magari più propositivo e meno critico rispetto ai mesi passati (anche se certe fesserie non si può non fare a meno di commentarle).

Non finirò mai di ringraziarvi per il sostegno che mi date, soprattutto con le vostre critiche sempre costruttive. Ho capito che nel mio “esser comune” posso dare un contributo anche maggiore di quanto ne metta chi, da amministratore, dovrebbe farlo per lavoro. Anche se ci stiamo lasciando alle spalle l’ennesimo anno di sofferenze sui mezzi pubblici, rimane comunque la speranza che un giorno tutto questo, compreso l’articolo che state leggendo, sia il ricordo di un tempo lontano dove tutto andava male. Ma forse non è bene per il momento fantasticare così tanto...

Almeno per oggi dimentichiamoci dei mille problemi di questa città, rintaniamoci a casa, invitiamo i parenti e festeggiamo l’arrivo del Natale.


Ci vediamo l’anno prossimo.


domenica 22 dicembre 2013

In viaggio sul trenino giallo, proposte e critiche di una pendolare

Voglio ringraziare @ChiaraNearRome per accettato di scrivere la sua testimonianza di viaggio sul trenino giallo della Casilina. Colgo l’occasione anche per scusarmi di tutto il ritardo che ho accumulato nel cercare di pubblicare questo post.
Abbiamo scelto il sistema Domanda – Risposta per una questione di semplicità e rapidità: buona lettura!

Parlando in generale, usi il trenino quotidianamente? Hai scelto di muoverti con questo mezzo per scelta o per necessità?

Per mia fortuna non lo uso ogni giorno. Il mio fidanzato vive tra  Pigneto e Villini, in una traversa che porta direttamente sulla Casilina, e il trenino è il modo migliore per spostarsi sia perché per prendere il tram dovrei andare verso la Prenestina, sia perché il 105 spesso e volentieri resta imbottigliato nel traffico. E poi non so, sarà la Legge di Murphy, ma quando aspetto il bus passa prima il trenino e viceversa! Direi che è una scelta necessaria, anche perché sono una pendolare della tratta Albano – Roma e, dato che il treno spesso si ferma ai binari 15 e 18, prendo il sottopasso e sbuco alla fermata del Roma – Giardinetti. Inoltre frequentavo un corso di studio della Sapienza le cui lezioni si tenevano a Caserma Sani, per cui il trenino risultava ancora più comodo.

Negli anni secondo te il servizio erogato dall’Atac è migliorato o peggiorato? Atac percepisce ogni anno molti milioni di euro dal contratto con la regione per la concessione delle linee Roma - Viterbo,Roma - Lido e Roma - Giardinetti: secondo te come vengono impiegati questi soldi?

Io mi sono sempre spostata con i mezzi e tutt'ora, nonostante sia motorizzata, li preferisco anche se a volte la tentazione di prendere la macchina è forte. Il servizio è sicuramente peggiorato: treni sporchi, stazioni dimenticate, mancanza di pensiline alle fermate, assenza di controlli, manutenzione pari a zero, per non parlare del rinnovo dei mezzi che non esiste, ritardi nell'arrivo e partenze che secondo me non sono accettabili per una capitale europea. Quest'estate sono stata a Londra per un festival che si svolgeva all'altro capo della città rispetto a dove alloggiavo: abbiamo preso un autobus che ci hai portati alla metro in tempo per l' ultima corsa. Ci ho messo un'ora per tornare, ma sono arrivata sana e salva. Se fosse successo a Roma avrei fatto prima a piedi.... Insomma se c'è una cosa che non mi ha mai dato problemi all’estero è stato lo spostarmi con i mezzi pubblici.
Non so cosa fanno con i soldi, non vorrei cadere nelle solite banalità, ma i soldi che l'azienda ottiene da coloro che pagano biglietto ed abbonamento, in numero inferiore rispetto a coloro che entrano senza pagare, secondo me non vengono investiti per migliorare la salute dell' azienda e le condizioni di trasporto degli utenti.

Quando è la parte che odi di più dei tuoi viaggi sul trenino? Ci sono dei “trucchi” che conosci per sfuggire alla calca o per evitare situazioni spiacevoli?

Sicuramente i due momenti peggiori sono aspettarlo sotto la pioggia o il sole di agosto e prenderlo in orari di punta cioè la mattina presto e dopo le 17. Per questo motivo cerco sempre di prenderlo o in tarda mattinata o primo pomeriggio. Se poi non ci riesco opto per il tram oppure scelgo di andare a piedi. In extremis, mi faccio venire a prendere con lo scooter.

Secondo te la metro C potrà sostituire il Roma - Giardinetti, oppure i due mezzi potranno convivere?

Certamente potrebbero convivere! Specie perché il trenino è un mezzo fortemente sottovalutato nelle sue potenzialità. Basti pensare al fatto che, pur attraversando un zona molto popolosa di Roma, i treni attualmente formati o da 3 o da 2 vagoni riescono a trasportare moltissime persone, anche se spesso sono pieni all’inverosimile. Basterebbe aggiungere qualche vagone per ottenere treni più capienti e meno affollati. Questa linea è praticamente una metro di superficie, come esiste a Berlino, ma i gestori sembrano non accorgersene. Roma è una città molto grande con poche linee della metro, che spesso sono malfunzionanti. Sottoutilizzare quella poca rete su ferro che abbiamo è un grave spreco. Bisogna creare una rete di trasporto pubblico che sia competitiva con il mezzo privato, che spinga il cittadino ad abbandonare la macchina e il trenino potrebbe dare il suo contributo.

Considerando ciò che hai detto in precedenza, quale pensi sarà il futuro del trenino, dell’Atac e, ancor più in generale, del trasporto pubblico della nostra città?

Sinceramente non lo so. Vorrei avere una visione positiva, ma mi rendo conto che tutto è  destinato solo a peggiorare. Si aspetta sempre fino all’ultimo per intervenire e nel frattempo si creano deficit dei conti aziendali, aumenta il degrado dei mezzi, manca sempre di più personale...Gli interventi poi che vengono fatti all'ultimo minuto sono solo palliativi che certamente non risolvono le problematiche. O si cambia modo di pensare o la situazione continuerà a peggiorare.

Comunque vorrei fare un autodafè: confesso che quando esco di sera prendo o la macchina o il motorino sia perchè i tempi per spostarsi sono biblici sia perchè una ragazza da sola sui mezzi non si sente proprio al sicuro.

Ps: Apprezzo molto il tuo interesse per il trasporto e la città di Roma... Purtroppo, e non voglio fare un discorso da vecchia, mi rendo conto che la situazione attuale è colpa della mentalità della maggior parte di noi. Sapere che ci sono persone come te mi fa sentire meno sola nelle mie piccole azioni come non buttare la carta per terra, non mettere i piedi sui sedili o alzarsi per far sedere chi ne ha bisogno.

E io ringrazio te per la cura che hai di queste piccole azioni: se non incominciamo noi nel nostro piccolo, non potremo mai cambiare il volto di questa città. Grazie mille per la tua disponibilità!

giovedì 12 dicembre 2013

Atac, lavoriamo con trasporto (bestiame)

Un breve video che racconta la triste situazione di viaggio dei pendolari della ferrovia Roma - Viterbo. La rimodulazione delle corse attuata da un mese a questa parte lascia scoperte intere fasce orarie con risultati disastrosi. Ogni sera l'accalcarsi in banchina, il viaggio su treni sovraffollati e fatiscenti tolgono le ultime energie rimaste al pendolare dopo una lunga giornata lavorativa. In tutto questo l'unica certezza è data dal fatto che il giorno dopo l'odissea si ripeterà.
Buona visione

domenica 8 dicembre 2013

Cara Atac ti scrivo...

Fortuna vuole che nelle ultime due settimane non si siano verificati grandi eventi, positivi o negativi, sul fronte dell’immobilità cittadina. Nonostante ciò l’Atac non ha mai smesso di essere un pozzo senza fine di notizie e di scandali. Così tra proteste in piazza, cittadini arrabbiati e autisti esasperati sta uscendo alla luce del sole tutta l’incapacità dell’azienda di gestire il trasporto pubblico e di autogestirsi.
Questo articolo vuole sottolineare l’urgenza di risolvere alcune questioni, forse passate un po’ in secondo piano, sulle quali l’attenzione non deve assolutamente calare.

Dopo i lavori partiti l’autunno scorso, il completamento del restauro di Ottaviano e Lepanto ha decisamente migliorato la qualità delle stazioni. Finalmente queste due fermate, insieme a Termini, sono pulite, luminose e accessibili, di qualità comparabile a quella delle altre città europee. O forse no? Purtroppo i montascala installati ormai da oltre quattro mesi giacciono ancora inutilizzati.

Mancherebbe veramente poco, un semplice atto di volontà, per far sì che i soldi spesi nella costruzione di questi impianti di risalita non vengano sprecati. Anche perché fa molta rabbia vedere persone che ne avrebbero bisogno costrette a inerpicarsi con gran fatica sulle scalinate. Questi pendolari non hanno forse lo stesso diritto di altri ad usare la metropolitana? Si spera che Atac intervenga al più presto.

Invece, per quanto riguarda il fronte linea Roma – Giardinetti pare che qualcosa si stia muovendo. Non si tratta, come si potrebbe erroneamente pensare, dello sblocco di finanziamenti per migliorare la linea, né tantomeno dell’acquisto di nuovi rotabili.
Ciò che si sta pericolosamente muovendo è l’incrocio dei binari a Porta Maggiore.
La profondità  dei binari, detta gola, dell’intersezione del Roma – Giardinetti , è ormai troppo modesta. Quando il treno passa su quel tratto si solleva, appoggiandosi  non più sul bordo della ruota ma sul fondo dei binari. Anche se questo fatto non costituiva in sé per sé un pericolo, in quanto il sollevamento era minimo, a lungo andare i ripetuti passaggi hanno consumato la rotaia e ora l’innalzamento risulta essere troppo grande per essere ignorato. Inoltre il cedimento del terreno sottostante ha spezzato uno dei binari, aumentando ulteriormente il rischio di deragliamento. Anche la sezione tranviaria non se la passa bene. Nonostante si sia tentato di riparare le parti consumate, i binari si stanno continuando a sfaldare. A suo tempo due dei quattro incroci tram – treno furono sostituiti da Atac e infatti sul lato di Porta Maggiore che dà su via Giolitti il tram e i treni passano sicuri. Per quanto ancora dovranno attendere i lavori di ammodernamento dell’altra intersezione? 

Ma i binari non sono l’unica cosa da rinnovare. Dal quattro novembre sono state chiuse tre stazioni della Roma – Viterbo: La Selva – Cardarelli – Santa Lucia.  Le tre stazioni sono state chiuse per motivi tecnici connessi all'infrastruttura che, tradotto in parole povere, vuol dire che stanno cadendo letteralmente a pezzi. Sono già tristemente note ai pendolari le pessime condizioni di molte stazioni della disastrata tratta extraurbana, le cui sale d’attesa sono state chiuse. Le lunghe ore passate ad aspettare il treno si sono fatte ancora più disagevoli per l’impossibilità di ripararsi dal freddo.

Intanto la moda delle soppressioni ha varcato i montuosi territori della Tuscia per giungere anche sulle dorate spiagge della ferrovia Roma – Lido. Se prima gli orari non erano rispettati per celare alcune soppressioni, ora che non si può più nascondere la polvere sotto il tappeto e si è deciso di rendere noto sul sito Atac il numero e l’orario di corse cancellate. Le cause di questa riduzione di servizio sono analoghe a quelle della ferrovia Roma – Nord: mancano personale e materiale rotabile da far circolare.

Il malcontento insomma serpeggia, in particolar modo tra gli autisti che hanno annunciato una grande agitazione sotto le feste natalizie. È certo che quest’anno l'Atac troverà sotto l’albero tante lettere dei cittadini non propriamente di auguri.

martedì 3 dicembre 2013

Il disagio quotidiano, le testimonianze dei pendolari del trenino giallo

Su questo blog, dopo tanti mesi e tanti articoli, vorrei dare a voi, cari (e sfortunati) pendolari del treno Roma – Giardinetti, libero sfogo alle vostre riflessioni, alle vostre idee e soprattutto alle vostre ire derivanti dalla gestione vergognosa di questa ferrovia. Oggi è Massimiliano Grosso Sgarrillo a raccontare la sua storia: buona lettura!

Fruisco quotidianamente del servizio ferroviario Termini-Giardinetti da oltre due anni. Ormai sono talmente abituato al disservizio e all’inefficienza che esco di casa consapevole di raggiungere la stazione Termini ad un orario indefinito e soprattutto mi aspetto un peggioramento crescente di giorno in giorno sull’intera linea. A solo titolo di esempio, il mese di ottobre del 2013 è stato finora il peggiore da quando mi servo del cosiddetto trenino giallo. Soprattutto per le prime due settimane non c’è stato un solo giorno di servizio regolare: scioperi, guasti, malfunzionamenti, inconvenienti tecnici, addirittura uno scontro tra due convogli, e ancora riduzioni di corse, indisponibilità di personale e così via.
La gente ormai è esasperata e terribilmente rassegnata. Ma la condizione di abbandono e di frustrazione che i pendolari della Casilina vivono quotidianamente, rappresenta in realtà la condizione di centinaia di migliaia di pendolari che subiscono il malfunzionamento dell’intero trasporto pubblico della Capitale.
La linea Termini - Giardinetti in particolare vive una situazione paradossale di vuoto dove da un lato gli investimenti (in personale, in vetture, attrezzature ecc.) sono praticamente inesistenti (anzi vengono rimpiazzati dai tagli) e dall’altro la tanto decantata metro C è lontana anni luce dall’essere messa in funzione. Perciò, è lecito e logico pensare che la situazione non potrà far altro che peggiorare nei prossimi mesi/anni. Almeno finché la metro C non sarà completamente funzionante. E in tutto questo la cosa che fa più rabbia è il silenzio e il menefreghismo da parte dell’ATAC.
 Incrementare le corse del bus 105 non fa altro che aumentare il traffico su un’arteria che di per sé, stretta e piena di incroci, è congestionata praticamente ad ogni ora del giorno, per non parlare delle ore di punta. E poi il 105 una volta giunto a S. Elena entra nel Pigneto e impiega da lì oltre venti minuti solo per attraversare il mega ingorgo di Porta Maggiore e giungere a Termini. Invece il Trenino, se funzionasse a dovere, impiegherebbe 40 minuti per percorrere tutta la linea!
A noi, poveri pendolari, quando la mattina saliamo su questo treno puzzolente, rumoroso, affollato e lento, interessa poco o niente di chi sia la colpa di questo stato d’abbandono. A noi interessa arrivare a destinazione in tempi ragionevoli e tornare a casa in santa pace. Arrivare al capolinea dei Laziali alle 20:00, dopo una giornata di lavoro stressante e trovare il cancello chiuso con il cartello prestampato (e quindi segno che viene usato di frequente) “servizio sospeso, in alternativa utilizzare linea bus 105” è alquanto frustrante, soprattutto arrivare poi a piedi fino a Porta Maggiore, aspettare un 105 stracolmo che non riesce nemmeno ad aprire le porte, aspettarne un altro e sgomitare per riuscire a salire, percorrere tutta la Casilina e tornare a casa alle 23:00, è un’esperienza tutt’altro che gratificante già solo se fosse un’eccezione, figuriamoci quando diventa la regola.
Sì perché su questa linea la regola è l' inefficienza. E quando ogni mese compri la tessera (35,00 Euro) sai benissimo che quei soldi valgono decisamente di più rispetto al servizio che riceverai! Eppure lo compri lo stesso, perché il tuo dovere civico ti fa agire pensando che sia la cosa giusta da fare. Ma provi una gran rabbia quando ogni giorno assisti all’assoluta mancanza di controlli su tutta la linea.
Per non parlare dei soggetti che si possono incontrare su questa splendida linea! Soprattutto dopo le 21:00! Vi lascio immaginare. Poi i benpensanti moralisti accusano la Smart per la pubblicità che scoraggia l’uso dei mezzi pubblici. Beh fatevi due domande! E soprattutto, provate a prenderli i mezzi pubblici e vi accorgerete che è la realtà!
E soprattutto provi una gran rabbia quando vedi che la situazione peggiora di giorno in giorno, e l’intero servizio precipita in uno stato di degrado e di abbandono: si percepisce chiaramente l’intenzione da parte dei vertici dell’ATAC e del mondo politico, di abbandonare a se stessa l’intera linea Termini-Giardinetti finché non sarà completa la Metro C, ovvero chissà per quanti anni ancora. E fa anche rabbia sentire risposte da parte di chi il problema non se lo pone proprio, del tipo: “eh vabbé te sei annato a cercà a casa su a Casilina, che vvoi?”, oppure “che mme frega a me, io c’ho a machina”.
Fa rabbia perché ti accorgi di vivere una condizione di disagio e di essere lasciato a marcire in questa condizione perché fai parte del popolo dei pendolari, dei dimenticati, degli ultimi, di quelli che la Smart non se la possono permettere, di quelli che la stanza in affitto in zone più centrali non immaginano nemmeno come è fatta. Fa rabbia perché una città eterna come Roma, capitale del mondo antico e metropoli postmoderna, unica per bellezza e ricchezza, patrimonio dell’umanità, tollera tranquillamente il fatto che centinaia di migliaia di pendolari, che sono tra l’altro il cuore pulsante della città stessa, restino ogni giorno schiacciati sotto il peso dell’inefficienza di una struttura mastodontica come l’ATAC.
Sai che tutto questo non è accettabile. Ma sai anche che non resta altro che rassegnarsi.


Massimiliano Grosso Sgarrillo

martedì 26 novembre 2013

Pendolari & Autisti, l'incontro col comitato pendolari Roma - Lido

L’incontro svolto ieri, in data 25 novembre, tra i rappresentanti del comitato Pendolari Roma – Lido e alcuni lavoratori non solo ha ribadito alcune problematiche interne all’Atac, ma ha anche reso noto ai cittadini alcune questioni che se non verranno risolte nel breve termine rischiano di mettere in crisi il trasporto pubblico romano.
Nell'ambito della Roma –Lido, la causa principale delle deficienze è attribuibile a mancanze croniche di vario genere. In particolare, denuncia il capotreno intervenuta durante la riunione, quasi metà del personale svolge gli straordinari per cercare di far rispettare il numero di corse prestabilito e basta che anche un solo macchinista non possa fare servizio straordinario affinché vengano sostate, rimodulate e soppresse molte corse in una giornata. Inoltre la pochezza di operatori di stazione non consente di vigilare contemporaneamente su tutte le fermate della linea; il numero di guardie, reso ancora più esiguo dai recenti
Una volta questi treni erano puliti...
tagli, sta alla base del perché spesso gli utenti trovano le scale mobili delle stazioni bloccate. Ma ciò che vede l’utente è solo la superficie di una situazione molto più drammatica. Oltre ai macchinisti e ai controllori, mancano anche addetti che possano fare regolare manutenzione ai vagoni, ripulirli se necessario e vigilare per evitare le tanto odiate intrusioni notturne all’interno del deposito di Magliana: se si pensa che al posto di tutti quei graffiti ci possano essere delle bombe sui treni, ci si accorge che il rischio attentati è elevatissimo. Ma ancora la mancanza di boe, dispositivi necessari per il controllo del distanziamento dei convogli, di segnali e di treni sono altre cause dei non trascurabili disservizi quotidiani. Al danno si aggiunge anche la beffa perché, nonostante Marino abbia promesso l’abbassamento entro l’anno dell’attesa minima a 12 minuti, il comitato conferma che non si sta facendo nulla per rispettare la promessa.
Ma la Roma – Lido non è stata l’unica protagonista della serata. Ha partecipato alla discussione anche un macchinista della metro B che ha messo in luce una questione importante da molti ignorata. Sembra infatti che, pur essendo stati ordinati alla ditta, non si sa quando i treni Caf verranno effettivamente consegnati (qualche tempo fa si parlava di maggio 2014). Con essi la flotta dei treni della metro B sarà interamente condizionata e salirà da 27 a quota 30 treni. Il macchinista però confessa che la linea, essendo anche tecnologicamente arretrata, (si ricordi che il primo tratto venne inaugurato nel 1955) non dispone dei dispositivi necessari per gestire un tale numero di treni. Un altro fattore fortemente limitante per la frequenza è la presenza degli scambi per le diramazioni Conca d’oro / Rebibbia, il cui corretto azionamento e controllo richiedono una certa attenzione. A questi fattori negativi si aggiunge anche che le sottostazioni elettriche della linea B, al pari di quelle della Roma - Lido,sono poco curate e che la presenza di ben 30 treni dotati di aria condizionata comporterà un vertiginoso aumento dell’energia consumata. Quindi se non si interverrà per tempo si renderà necessario ridurre la frequenza dei convogli, per mantenere costante la tensione elettrica e per evitare che tali sottostazioni si sovraccarichino andando in corto circuito. Insomma per assurdo la consegna di questi nuovi treni rischia di diventare una piaga per una già tanto disastrata linea metropolitana.

Fa ancora più scalpore sapere che quelle trattate nella riunione sono solo una piccola parte di tutte le problematiche dell’Atac (è stato ricordato che disagi simili si riscontrano sulle concesse Roma - Viterbo e Roma - Giardinetti). Tuttavia l’impegno del comitato e la risposta positiva del personale sottolineano lo spirito di coesione che si sta sviluppando tra pendolari e autisti. L’Atac per il suo debito enorme, gli scandali e gli strapagati managers è una barca che sta letteralmente colando a picco, ma gli autisti, i macchinisti, i controllori e il personale che vive come noi il mezzo pubblico hanno lanciato un invito a protestare. Adesso sta a noi pendolari scegliere se raccoglierlo o meno.

giovedì 21 novembre 2013

Una cura del ferro che lascia a desiderare

La linea 1, inaugurata nel 1890, fu la prima linea tranviaria elettrica di Roma. Il suo percorso aveva origine nei pressi di piazzale Flaminio, oggi capolinea del due e percorreva la via Flaminia fino a giungere a Ponte Milvio. La linea, nata come primo esperimento della trazione elettrica su rotaia, non diede i risultati sperati e venne smantellata pochi mesi dopo l’inaugurazione. Da allora è passato oltre un secolo durante il quale la città si evoluta assieme alla sua rete tranviaria: dai tram a cavalli si è passati a quelli elettrici, le linee sono cresciute nonostante le due guerre mondiali ma poi sono diminuite. Quello che resta oggi è solo un residuo della gloriosa rete del passato.  Tuttavia negli ultimi anni il tram è stato rivalutato, almeno nei paesi europei. Le tranvie stanno (ri)sorgendo ovunque perché, se adeguatamente valorizzate, possono diventare ottime soluzioni per flussi pendolari che sono troppo grandi da essere gestiti dai soli autobus. Ma non solo; alcuni tram storici sono stati riscoperti e rivalutati. In molti luoghi essi sono diventati dei veri e propri poli di attrazione turistica, come i celebri tram di Lisbona, o la ferrovia locale di Palma di Mallorca (per molti versi affine alla Roma – Giardinetti) o ancora gli antichi tram di Milano. E a Roma?
Nella nostra città sia la memoria e, sia l’innovazione vengono rigettati. Da una parte resiste solo il ricordo delle vetture che per lungo tempo servirono i cittadini, dall’altra delle stratosferiche cure del ferro promesse, si è fatto poco o nulla. Oggi però, sembra esserci una svolta: il sindaco Marino ha annunciato dopo un vertice con l’assessore Improta e il ministro Lupi l’apertura entro il 2014 di una nuova linea tranviaria, la cosiddetta linea 1. Il percorso di questo tram si snoderà partendo da piazza dei Cinquecento, attuale capolinea delle linee cinque e quattordici, passando poi da viale Manzoni, via Labicana, viale Aventino, via Marmorata, oltrepassando il Tevere per poi arrivare a Trastevere. I tram necessari per esercitare l’uno verranno direttamente presi dalle altre linee.
[Un attimo di pausa per assimilare la notizia…]
Quella proposta da Marino insomma sarà una linea progettata al risparmio che non solo non aggiungerà un metro di binari alla città, ma porterà anche all’abbassamento della frequenza di tutte le altre tranvie di Roma. Ma cosa c’è di buono nell’istituzione di questo tram? Praticamente nulla.
 In primo luogo se si considera il tracciato nel particolare, si nota che, essendo ricalcato per la maggior parte su quello del tre, non aggiungerà alcuna nuova offerta per gli spostamenti locali; l’unica differenza col tre è che l’uno, giunto a Porta Maggiore, si rivolgerà verso la stazione Termini, collegamento che tra l’altro è già garantito dalle esistenti  linee cinque e quattordici. Anche considerando il tracciato con una visione complessiva, non si evidenziano necessità di istituire la nuova linea. Chi già usa il tram tre da Trastevere per andare a Termini e viceversa, preferisce scendere a Piramide e utilizzare la linea B che è molto più veloce. Il tram uno, per quanto veloce possa essere, non potrà mai competere con le prestazioni della metro B.
 In secondo luogo è criticabilissima la scelta di sottrarre vetture alle altre linee per poterne creare una nuova. Come già è stato sottolineato in questa sede tra il deposito di Porta Maggiore e le officine della Prenestina giacciono inutilizzati il 45% dei tram romani. Piuttosto che aumentare i tempi di attesa sulle altre linee, perché non si può fare un piccolo investimento rendere utilizzabili anche questi tram?

Ma in realtà se il sindaco vuole veramente rilanciare la cura del ferro in questa città, deve accorgersi che non serve a nulla creare delle linee su percorsi già serviti: a Roma servono nuovi tram che corrano su nuovi binari.

Nota dell'autore: pare che stamattina le linee da una siano diventate tre. Marino propone, oltre all'uno, il ritorno del tre a Trastevere (spacciandolo per una nuova linea) e l'istituzione di un tram Risorgimento - Mancini (che altri non è che il tram 2D, navetta temporanea creata a suo tempo in relazione alla risistemazione del capolinea a Flaminio). Non viene prevista comunque l'aggiunta di un solo metro di binari nuovi.

domenica 17 novembre 2013

Bufera di scandali, l'inverno all'Atac

“Crasso clientelismo, appalti gonfiati. Ma - si scopre ora - anche digerire un audit interno che denuncia un'emorragia di liquidità da biglietti clonati che avrebbero la loro stamperia clandestina proprio dentro l'azienda. Un fiume di denaro nero, per una contabilità altrettanto nera necessaria a finanziare chi a questo carrozzone assicura la sopravvivenza. La Politica.”


La ormai celebre inchiesta de “La Repubblica”, da cui è stato tratto questo frammento, ha scatenato l’indignazione, la rabbia ma anche la rassegnazione degli ottocentomila utenti che quotidianamente si muovono usando il mezzo pubblico. Tra questi ci pure sono io che, seppur tardivamente, vorrei dire la mia.
Con la dichiarazione dell’AD atac, Danilo Broggi, si è venuti a sapere che già da tempo l’azienda era a conoscenza delle serpi che portava in seno: "La questione della truffa consumata sul sistema di bigliettazione Atac è nota all'azienda. Atac ne ha fatto oggetto di documenti di indagine interna sin dal 2010.” Viene immediatamente da chiedersi: se l’azienda era a conoscenza dei fatti da due anni perché, guarda caso, la questione è uscita fuori solamente dopo l’inchiesta de “La Repubblica”? La risposta si può facilmente immaginare.

È una frustrante sapere che i soldi non sono mai troppi, l’ingordigia e l’avarizia siano senza fine, che il magna magna debba esserci sempre e comunque. È questa dunque l’eterna e maledetta condizione italiana? Se da una parte il comune sta fallendo e l’Atac si tiene a stento in piedi perché è affossata da  un debito da oltre 1 miliardo di euro, dall’altra parte c’è tutta una classe di delinquenti che stampa biglietti clonati per finanziarsi e lucra sopra gli appalti pubblici. Sembra che addirittura Veltroni fosse a suo tempo a conoscenza della truffa, perpetrata pure sotto il mandato di Alemanno.  Alle voci delle prime accuse ecco subito che è partito un rimpallo di responsabilità destinato a protrarsi all’infinito. Di fatto la procura ha aperto un fascicolo ancora contro ignoti.

Nel frattempo Roma sta diventando una città congelata, una foresta di pietra le cui residue energie vengono avidamente sottratte da queste schiere di parassiti. Noi romani, come sottolineato da ricerche recenti, stiamo letteralmente morendo nel traffico perché non alternative valide al mezzo privato. Alla gravissima mancanza di un sistema di trasporto pubblico competitivo, si aggiunge anche l’insufficiente numero di infrastrutture per la ciclabilità. E così mentre si discute, i bus diventano sempre più vetusti, mancano i pezzi di ricambio, le poche ciclabili sono maltenute e la macchina diventa l’unica soluzione possibile per muoversi in città.
Ogni volta che sembra di aver toccato il fondo, ecco qui che si precipita a un livello sempre più basso.  Ci troviamo al punto in cui se sali sul bus e paghi il biglietto puoi diventare complice di una truffa, l’autista che sta guidando il mezzo malandato su cui viaggi non ha più un sindacato a rappresentarlo e il tuo sindaco sta facendo poco o nulla per migliorare la situazione.  Si sono sollevate proteste nelle forme più varie, sia per la truffa dei biglietti, sia per il trattamento riservato agli autisti. In primis quella degli cittadini che hanno goliardicamente “prodotto” i moltissimi biglietti taroccati che spuntano sul web. C’è stata la sollevazione del personale guidata da Micaela Quintavalle che si è distaccata dallo sciopero proclamato dai sindacati. C’è chi per protesta si è dato malato la mattinata prima dello sciopero e chi ha affisso insoliti avvisi per la clientela. Chissà cosa ci riserva il futuro!

In cuor mio penso che finché ci saranno le energie per alimentare una tale corruzione vorrà dire che avremo ancora, seppur non sotto il nostro controllo, la forza per tirarci su come città e più in generale come nazione. Ma in ogni momento che passa una parte delle nostra vitalità ci viene sottratta e il tempo a nostra disposizione non sarà eterno.

lunedì 11 novembre 2013

Il disservizio è servito, anzi concesso

La “Roma – Lido”, la “Roma – Viterbo” e la “Roma – Giardinetti” sono tre ferrovie di proprietà della regione Lazio il cui usofrutto, passando di società in società, è stato concesso ad Atac nel 2010 che le ha integrate nella propria rete di trasporto pubblico. Anche se ormai la loro immagine è legata in maniera indissolubile all’Atac, la doppia proprietà sussiste ancora ed è fonte infinita di problemi burocratici, specie in un paese come l’Italia. Ogni qual volta la Regione stanzia dei soldi per il miglioramento delle ferrovie, i fondi spariscono sempre nel nulla e, senza alcun tipo di investimento, le tre concesse sono destinate a un progressivo deterioramento sempre più irrecuperabile. L’unica istituzione che si sta prodigando per cercare di mantenere livelli di esercizio accettabili è l’Atac che ha anticipato alla Regione forti  somme di denaro.

Quella a cui oggi assisterete sarà una gara tra tre grandissime campionesse dello disservizio, del disguido, dell’ inconveniente tecnico. Verranno analizzate, scoperte ed presentate le maggiori problematiche di queste linee, le tre Cenerentole del trasporto su ferro, e alla fine si deciderà quale delle tre meriterà la “scarpetta di cristallo”. A scegliere quale linea verrà premiata sarete voi attraverso il sondaggio presente sul blog.

Trattandosi di una gara in negativo bisogna operare il rovesciamento dei meriti. Ogni inefficienza sarà un criterio necessario per aiutare voi, la giuria, a decretare quale sia la linea regionale peggiore.
Senza ulteriori indugi ecco qua presentate le tre miss:

Roma – Lido:
La ferrovia  Roma – Lido è colei che presenta caratteristiche assimilabili a quella di una metropolitana. Con frequenze variabili tra i 15 e i 30 minuti, i treni vantano l’assenza dei servizi più elementari. Scendendo in una stazione qualunque non si può fare a meno  di notare che l’inefficienza è caratteristica anche delle fermate.  Mancanza totale di informazioni, servizi igienici a pagamento inesistenti o inutilizzabili, il sovraffollamento delle banchine sono quelle peculiarità che rendono la Roma – Lido la ferrovia che è oggi. Dovevano essere aggiunte altre stazioni nel corso degli anni, ma per ogni volta che si tentava di far partire la gara di appalto tutto finiva nel dimenticatoio. Insomma finora si sono fatte solo promesse da marinaio e sono state spese tante parole al vento. Stavolta è Marino a garantire che entro l’anno l’attesa minima scenderà a 12 minuti, nel 2014 a 7. Avrà tenuto conto che per fare ciò servono importanti interventi sulle fatiscenti ed esigue sottostazioni elettriche? L’unica pecca della linea risiede nei Caf, treni con aria condizionata che si ostinano ancora a funzionare regolarmente.

Roma – Viterbo:
Partendo da piazzale Flaminio, la ferrovia Roma -  Viterbo si fa strada attraverso i magnifici territori della Tuscia. Prima ancora però, nella tratta urbana, si passa per stazioni restaurate da pochi anni ma totalmente abbandonate a se stesse. Un esempio eclatante è dato da Monte Antenne, stazione con parcheggio di scambio al ridosso della quale è nato un grandissimo campo abusivo. Chi mai si sognerebbe di lasciare la macchina incustodita in un luogo del genere per prendere una ferrovia che non passa mai? Eh sì, perché gran vanto delle linea è la quotidiana inosservanza del numero di corse. Mentre sulla Roma – Lido le partenze vengono rispettate di numero ma non di orario, sulla Roma – Viterbo la mancanza cronica di personale rende infattibile rispettare la programmazione oraria. Così negli anni le corse sono andate diminuendo: nel 2009 erano 188, dal 2011 sono divenute 170 e ora sono 154. In particolare da più di un mese l’orario è stato “rimodulato” a discapito di chi ogni giorno sceglie di muoversi col treno.  Al di fuori della tratta urbana, che termina a Montebello, la linea prosegue fino a Viterbo a binario unico. Anche se sarebbero necessari urgenti interventi di ammodernamento, nel 2010 la giunta regionale guidata da Renata Polverini sospendeva ogni iniziativa sulla attuazione del progetto di raddoppio della linea Roma Nord, al fine di verificare la sostenibilità finanziaria dell'opera. Nel 2011 la stessa giunta ha annullato il bando di gara per l'esecuzione dei lavori di raddoppio sulla tratta Riano-Sant'Oreste, dopo aver verificato che i fondi disponibili erano stati riutilizzati per altri scopi.

Roma – Giardinetti:
La Roma – Giardinetti, che assomiglia più a una tranvia che a una ferrovia, soffre di gravi carenze strutturali che non si affrontano, forse pensando in modo sbagliato che la linea possa essere dismessa quando arriverà la metro C, o rinviando al momento della trasformazione in tranvia vera e propria. La descrizione di questa metrotranvia potrebbe essere riassunta in una parola: guasti. Sono i guasti appunto la causa della maggior parte dei disservizi del trenino giallo della Casilina, inconvenienti che colpiscono rotabili che hanno un’età media di 54 anni con punte di mezzi ottuagenari. Le stazioni poi per la maggior parte non sono altro che marciapiedi prive di pensiline per ripararsi dalla pioggia. Di questa ferrovia colpisce pure l’assurdo orario di servizio che termina alle 22:30 ogni giorno.

è una sorta di trio monnezza...


E adesso la staffetta passa a voi. Alla luce di quanto avete potuto constare, valutate e votate quella che è secondo voi la ferrovia concessa peggiore della rete romana. Il sondaggio in cui votare si trova in alto a destra.

sabato 2 novembre 2013

Viaggio ai confini della fatiscenza

Se il passato settembre già preoccupava i pendolari per l’altissima frequenza con la quale la ferrovia Roma – Giardinetti si rompeva, nel mese di ottobre appena concluso  il record di guasti e disservizi non solo è stato eguagliato ma è stato anche ampiamente superato.
Come è andata:
Quasi come fosse un segno premonitore di quanto sarebbe accaduto, questo ciclo di 31 giorni  incomincia con uno sciopero al quale aderiscono anche i macchinisti del trenino. Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ci mancherebbe, ma l’afflizione dei pendolari ,che hanno visto il servizio interrompersi già dalle nove, è altrettanto lecita. Segue nei giorni immediatamente successivi un gustoso trittico di disservizi: la portata principale è servita dai vigili urbani che con la loro protesta bloccano il trenino tra Termini e ponte Casilino. A fare da contorno e da dolce invece ci sono i soliti rallentamenti di linea per i guasti ai rotabili. Il tutto poi  culmina il 7 con lo scontro tra due treni all’altezza della stazione Tobagi dove si è sfiorata la tragedia.  Solo in quell’occasione si torna a parlare un attimo di questa disastrata linea, una volta fiore all’occhiello del nostro T.P.L. Si discute tanto sugli interventi necessari  per ammodernare la ferrovia, in primis l’inserimento di dispositivi di sicurezza nei rotabili per evitare di viaggiare utilizzando la tanto rischiosa “marcia a vista”. Ma, dopo  tante belle parole spese, i riflettori si spengono e scende ancora una volta sul trenino quell'atmosfera di indifferenza generale.
Dopo il grande spavento si torna alla solita routine; i rallentamenti di linea per i guasti  si susseguono con un ritmo sconcertante. Nel 17 la malasorte, anche se non è un venerdì, torna a colpire il trenino della Casilina. La ferrovia viene sospesa senza alcun preavviso, e stavolta non per un inconveniente tecnico, bensì per mancanza di personale. Sembra che Atac, non soddisfatta dei disservizi offerti, abbia deciso di inasprire il rapporto coi macchinisti affinché non facciano i turni straordinari, necessari per mantenere regolarmente la linea in esercizio. I poveri pendolari sono ormai sicuri la linea chiuderà ancora una volta in vista dello sciopero del giorno seguente. Contrariamente a tutte le aspettative, il trenino rimane attivo tutta la giornata e, a parte l’immancabile riduzione delle corse, sembra che tutto sia tornato alla tranquillità. Magari nella notte, s’immagina, è stato trovato un accordo tra i lavoratori e l’azienda.
Non si fa neppure in tempo a tirare un sospiro di sollievo che il 20 la linea finisce troncata in due per colpa di un idiota (in altro modo non si può definire) che ha parcheggiato l’auto sui binari. Giustamente  “a pijasse er cappuccio la domenica ce se mette un pochetto”.  Conclusa la pausa domenicale ci si rende però conto che qualcosa continua a non andare. Le corse del trenino continuano ad essere esigue, troppo poche perfino per un servizio così scadente. Infatti arriva il giorno dopo l’ammissione dell’Atac: “Ferrovia Termini – Giardinetti, possibili riduzioni corse, utilizzare la potenziata linea 105.” Con questo palliativo, il 105 rafforzato, si cerca di mandare avanti il trasporto pubblico sulla Casilina per tutto il resto del mese.
Come è oggi:
I lavoratori continuano a protestare contro l’ingiustizia di non essere pagati  per un servizio reso con l’unico mezzo che hanno a disposizione: l’astinenza.  Allo stesso tempo Atac sta reagendo nella maniera più immatura possibile e cerca, attraverso il potenziamento del 105 e spiegazioni poco chiare, di negare l’evidente problema.  Un esempio? Eccolo servito …




La linea soffre già di deficienze strutturali che quotidianamente causano disagi e irregolarità. Aggiungere anche una lotta sindacale non sta facendo altro che peggiorare la già tanto precaria situazione.

Possibile che tra Atac, che gestisce la ferrovia, Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio proprietaria della linea, Guido Improta, assessore alla mobilità, e il sindaco Ignazio Marino non ci sia nessuno che si preoccupi? Anche perché tra i due fronti di questa guerra stanno finendo linciati coloro che non hanno colpa, gli utilizzatori del mezzo pubblico.

In breve ecco cosa è successo questo mese

martedì 29 ottobre 2013

Riesumando la linea D…

La linea D è il progetto della quarta linea della metropolitana di Roma prevista dal Nuovo Piano Regolatore Generale di Roma, che si sarebbe dovuta realizzare successivamente alla linea B1 e linea C.
Tale linea avrebbe dovuto collegare il centro storico della città a nord, con i quartieri Monte Sacro Alto, Monte Sacro e Salario, e a sud, con Trastevere, Ostiense, Portuense, e quartiere Europa.
Il tracciato prevedeva una lunghezza di 20,4 km con 22 stazioni, seguendo un percorso in parte parallelo alla linea B. La tratta prioritaria prevedeva una lunghezza di circa 11,5 km con 12 stazioni, compresa tra le stazioni Fermi (viale Marconi) e Salario (presso l'innesto con via Salaria).
Il 4 agosto 2010 Roma Metropolitane ha sospeso la procedura di assegnazione per la costruzione della linea a causa della volontà dell'amministrazione comunale, in quel periodo guidata da Alemanno, di voler cambiare parte del percorso previsto. La procedura di assegnazione venne sbloccata il 10 agosto 2011. La gara per il project financing della linea D venne definitivamente ritirata nel novembre 2012, quando Roma Metropolitane diede notizia sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea della revoca del bando di concessione della progettazione, realizzazione e gestione della futura linea. Attualmente il progetto resta sospeso.
Fin qui i fatti. Chi aveva avuto un barlume di speranza quando si era passati dalle progettazioni finalmente agli scavi della B1 e della C, ha subito un brusco ritorno alla realtà vera, proprio perchè, più che la diramazione della linea Blu, è la stessa C, con i suoi nemici, con le sue difficoltà e i suoi ritardi, con la sua vergognosa impostazione sbilanciata vistostamente a vantaggio delle Imprese costruttrici, ad aver messo una pietra tombale sulla quarta linea metro della Capitale. Una linea, la D, essenziale per creare quel “famoso effetto rete” che a Roma non è mai esistito (avendo da sempre avuto come limite la sua impostazione terminicentrica), e che avrebbe rappresentato lo schema da cui dipanare i flussi degli utenti, per rendere tutto più raggiungibile nell’ottica di una razionalizzazione dei percorsi.
Ma l’estensione della Capitale è tale che una rete formata dalla D, la C portata fino a Clodio e le due reti storicheA e B, avrebbe rappresentato il minimo sindacale a confronto con città dove le metro si son costruite e (udite udite!) si continuano a costruire con tenacia e continuità: non perchè lì siano più bravi, ma proprio perchè esiste una volontà politica di governi nazionali e locali, alternatisi nel governo delle Nazioni e delle città, a voler davvero risolvere i problemi della gente, a voler davvero creare quel terreno fertile dove consentire ad operatori commerciali di avere tutte le opportunità del caso.
Nonostante questa non certo ottimale dotazione infrastrutturale la linea D è caduta nel dimenticatoio, mentre la C stenta ad arrivare (per mancanza -lo continuiamo a ribadire fino alla noia- di volontà politica e non di fondi), li dove si era progettualmente previsto. Non stiamo qui, adesso, a sottolineare quanto una robusta rete metro, ossatura essenziale di una sistema complesso, omogeneo, coordinato ed articolato, sia importante per tutta quella serie di motivi che fanno preferire a Roma città che hanno molte meno “attrazioni” da far vedere come Berlino, che oltre ai turisti, è capace, anche e per la sua dotazione infrastrutturale, di attrarre capitali di aziende straniere che creano posti di lavoro, migliorando la qualità della vita dei propri cittadini.
Il partito del NO in città è molto forte. Anche le redazioni locali di testate nazionali hanno le loro colpe nell’esser passati dalla parte di coloro che “a Roma le metro non si possono fare”. Una bugia, una menzogna instillata quasi quotidianamente, con una costanza quasi criminale, a danno della città, dei suoi abitanti, della sua economia.
Non è possibile accettare questa versione della verità e non lo facciamo per partito preso, ma perchè tali affermazioni sono smentite dalle azioni dei governi nazionali e locali di tutte le nazioni del mondo civilizzato che investono nelle infastrutture di trasporto di massa, non gettando danari alle ortiche, perchè esse rappresentano un indicatore importante: quello di civiltà e affidabilità organizzativa di un paese, di un luogo, di un posto che crede nei progetti, affronta i problemi e li realizza.
Molte “multinazionali” hanno lasciato e stanno lasciando Roma anche per questo. Non è una città che interessa anche perchè non è una città che consente trasferimenti rapidi di persone e cose da punto A al punto B (interscambiando al punto F), perchè non è una città che sa razionalizzare le proprie risorse e che ha una dispersione paurosa dei propri centri economici e commerciali, spesso realizzati in punti che non hanno un collegamento su ferro. Non può essere che a Parigi o a Milano l'Apple Store sia in centro e a Roma finisca a Lunghezza. Questo perché a Roma è la macchina a decidere dove è conveniente andare. Una mentalità anni 60!
Una città, capitale di un paese, dunque dalle mille contraddizioni, dalle mille teste pensanti, scoordinate tra loro. Basti pensare che ancora la stazione ferroviaria Pigneto, che doveva diventare un potente nodo di scambio, ancora non è nemmeno partita. Basti pensare che infrastrutture, come la Roma Lido, che di fatto sono metro, metro non sono(volontà politica!).
Poi certo si devon fare le preferenziali per i bus, nuove linee tram di raccordo alle metro ed il bike sharing. Tutto utile, ma tutto di raccordo alle metropolitane che sono l’unica infrastruttura anticamente moderna capace di garantire la svolta di una città che lascia i propri tesori emersi dal sottosuolo in abbandono, ma che non costruisce metro perchè ci sono altri tesori nel sottosuolo, che non riporta alla luce per non farli andare in abbandono. Questa è la Capitale di un paese morente.

Pierluigi Meduri  / MetroXRoma

domenica 27 ottobre 2013

Metro B, la fine di una rinascita

Accadeva il 18 gennaio scorso:

In poco più di tre mesi, Officine Grandi Revisioni, società controllata Atac, ha riconsegnato l’ultimo dei dieci treni in servizio sulla metro B sottoposti alla pellicolatura anti-writers. Un’operazione totalmente svolta in house che ha consentito anche  un risparmio del 10% sui costi delle lavorazioni, circa 30 mila euro stimati, poi scesi a 27 mila. Gli interventi hanno coinvolto una squadra di 10 tecnici Ogr che hanno lavorato con una media di un treno a settimana. Le carrozzerie esterne dei treni MB sono state completamente ripulite e successivamente rivestite con una pellicola antigraffito che, oltre a facilitare la rimozione con semplici solventi di eventuali futuri atti vandalici, permette successive pellicolature.
Otto treni sui dieci sottoposti al trattamento, sono riconoscibili grazie a una livrea bianco-celeste in testa alle due motrici e da immagini che, sui fianchi delle carrozze, riproducono la silhouette dei principali monumenti di Roma. Per gli altri due si è preferito invece per la linea grafica classica, grigia e rossa, che già caratterizza altri treni sulla linea B. La completa sinergia tra Ogr e Atac ha permesso di effettuare le lavorazioni senza impatti sul servizio e anzi permettendo, nell’ultima settimana di esercizio del 2012, di raggiungere il record annuale nel numero di convogli disponibili sulla linea B. Visto il successo dell’iniziativa Atac e Ogr stanno valutando l’opportunità di sottoporre altri treni della flotta allo stesso trattamento.

Nei giorni seguenti quei treni vennero reimmessi gradualmente in linea e, con il loro ritrovato colore blu, regalarono una speranza a molti pendolari; forse un giorno la metro B avrebbe raggiunto qualità di esercizio accettabili. Sempre cavalcando quest’onda di positività nei mesi successivi si completò l’installazione della video sorveglianza nel deposito di Magliana che, si pensava, avrebbe reso la vita più difficile ai vandali. Tutto insomma sembrava pronto per accogliere al meglio la fornitura di treni Caf dotati di aria condizionata. Il primo dei 17 convogli doveva essere giungere a maggio e i successivi dovevano essere consegnati con il ritmo di uno al mese. Già per la fine dell’estate la flotta della metro B sarebbe stata divisa tra 12 treni Caf e 18 treni MB.  

Ma le speranze di ieri oggi sono mere illusioni nelle quali nessuno più crede. Neanche il primo dei nuovi treni è arrivato a Roma, il deposito di Magliana è stato violato più e più volte, i treni ripuliti stanno gradualmente riprendendo il degradato aspetto di un tempo. Se da una parte la responsabilità del ritardo della consegna dei Caf ricade su Roma Metropolitane, dall’ altra parte Atac non sta facendo assolutamente nulla per contrastare il deterioramento dei treni revampizzati, la cui pulizia, è bene ricordare, è stata possibile grazie ai soldi di chi paga il biglietto. Non solo: lo sforzo di aver messo insieme 27.000 € per avere dei treni puliti è reso vano anche dall’incuria dei tecnici che neppure si preoccupano di comporre treni con la stessa livrea in deposito. Capita molto spesso ai passeggeri di viaggiare su treni che hanno un vagone in testa graffitato, al centro qualche altra carrozza con livrea grigia e in coda un convoglio bianco – azzurro.


Atac si metta in testa che se la video sorveglianza non è bastata ad arginare il fenomeno vandalico allora servono altri interventi quali il potenziamento del perimetro protettivo. Nel stesso tempo il sindaco si prodighi affinché vengano istituite delle VERE sanzioni per chi penetra in una proprietà ferroviaria. Le penali del 1980 che una volta in lire erano alte, dopo il passaggio all’euro non sono state affatto adeguate.

Ed ecco qua, dopo nove mesi dal ritorno in servizio, alcuni dei convogli in servizio sulla linea B:
Carrozza MB340

Carrozza MB100
Carrozza MB339

Carrozza MB082




Carrozza MB041











































































Per questo voglio fare un’indagine:
Considerando che un treno è composto da 6 carrozze in totale si hanno 48 convogli rivestiti da questa particolare livrea bianco – azzurra. Fotografate, se potete, le fiancate dei treni azzurri immortalando anche il numero identificativo esterno. Con quest’analisi si potrà capire bene l’entità del danno che è stata inflitta ai treni in questi mesi, ma per raggiungere tale fine ho bisogno anche del vostro aiuto.

@TreninoGiallo

martedì 22 ottobre 2013

Gli sprechi dell'Atac


È ormai da diverso tempo che Atac piange miseria. I pendolari, pur prendendo mezzi sempre più scadenti, pagano un biglietto maggiorato del 50 % e le misure prese per rallentare la crescita del debito non sembrano essere efficaci. Nonostante tutto l’azienda si permette ancora di sperperare il poco denaro a disposizione dotando i mezzi di costosi accessori che poi non vengono utilizzati. E gli sprechi non si limitano solo in questo ambito.



I bus rossi Serie Roma di recente acquisto, decantati come i pullman a “misura di capitale” (a quanto pare nelle città “non capitali” non possono girare)sono dotati di un accessorio, il conta passeggeri, che controlla quante persone pagano effettivamente il biglietto. Ma cosa serve investire soldi in questi costosi accessori se poi non ci sono controllori che intervengano per multare chi non paga? Che serve stilare statistiche sul tasso di evasione tariffaria se si sa già bene quanti pochi siano coloro che pagano regolarmente? Eppure basterebbero poche azioni quotidiane per risollevare le sorti dell’Atac.
I passeggeri in tutti gli altri paesi europei sono obbligati a salire in testa al bus e devono tassativamente obliterare i biglietto o convalidare l’abbonamento sotto gli occhi vigili dell’autista.  A Roma purtroppo ciò non accade mai anche perché gli autisti non hanno le abilitazioni dei controllori e molti turisti percepiscono questo fatto come sintomo di arretratezza culturale. Come non condividere questa posizione? Per superare questa mancanza è necessario che il primo sforzo parta dall’azienda stessa. Bisogna incominciare a rieducare gli autisti dei bus ad aprire solo la porta anteriore se la fermata non è prenotata e a controllare che i biglietti vengano convalidati dando loro il potere di multare chi non esibisce il titolo di viaggio. Anche se potrebbe sembrare una cosa di poco conto, questo cambiamento consentirebbe definitivamente di debellare la grande parte dell’evasione tariffaria e porterebbe preziosi introiti nelle casse dell’azienda.
Tornando a parlare di sprechi, c’è da aggiungere anche che già molti degli schermi tv interni dei nuovi bus sono disattivati  o trasmettono da mesi lo stesso ciclo di programmi mai cambiati. Un potenziale canale di informazione in tempo reale viene così ridotto a una finestra pubblicitaria priva di utilità. Nei tram Citiway 1 e 2 gli schermi al led, simili a quelli dei treni della metropolitana, fin dall’acquisto sono sempre stati spenti e vengono accesi rare volte per trasmettere agli utenti messaggi in klingoniano.

In metropolitana fortunatamente i palinsesti ogni tanto vengono aggiornati ma Rubicchio, cartone dalla dubbio utilità educativa, cerca sempre di rubare attraverso le epoche storiche. Ma in metro lo spreco principale non è questo; d’estate e d’inverno la temperatura a Roma oscilla tra estremi  e, per rendere confortevoli i viaggi, sono stati acquistati qualche anno fa i treni Caf dotati di sistema di climatizzazione. Per preservare l’ambiente climatizzato, i treni erano predisposti in maniera tale che le porte dei convogli si aprissero solamente se il tasto di apertura veniva schiacciato. Nei Caf romani ogni pulsante è stato disabilitato. La conseguenza è facilmente intuibile: a ogni fermata della metro tutte le porte devono obbligatoriamente aprirsi favorendo la dispersione di preziosa aria climatizzata. Se venissero immediatamente ricollegati i tasti alle porte nei treni condizionati, si eviterebbe la dispersione dell’ambiente climatizzato e inoltre verrebbe prevenuta un’ inutile usura del meccanismo di apertura delle porte.  
Si torna sempre alla solita domanda: perché bisogna acquistare mezzi dotati di tutti questi accessori se puoi non vengono programmati e utilizzati?
Al posto di sprecarli, i soldi non si potrebbero impiegare in altro modo? Magari se venissero attrezzate le stazioni della metro e i capilinea bus con rastrelliere si incoraggerebbe molto l’utilizzo della bicicletta per i piccoli spostamenti. Ma questa è solo una piccola idea…

Fatemi conoscere la vostra!

giovedì 17 ottobre 2013

Un giornata d'inferno sul Roma - Giardinetti

Le testimonianze della tremenda giornata vissuta dai pendolari del Roma – Giardinetti meritano di essere raccolte e ricordate. Per l’occasione utilizzerò una seconda volta in via eccezionale la modalità utilizzata da @iltrenoromalido per raccontare le sue storie. Se volete leggerlo, cliccate http://odisseaquotidiana.blogspot.it/


Si apra il sipario

@InfoAtac @TreninoGiallo @ignaziomarino Questo è il sito Atac,Scomparso Giardinetti?sono prove generali per domani? pic.twitter.com/1sl2xmo0Fs (@evalu76)

@InfoAtac ma termini giardinetti è chiusa?(@stebell1974)

@InfoAtac ci sono utenti che lamentano irregolarità di servizio sulla #romagiardinetti. Che succede? (@TreninoGiallo)

@TreninoGiallo hanno interrotto il servizio non so il motivo ma mi hanno risposto che fanno info tra un po' (@MatteoBM)

ore 13:17 @stebell1974 tra poco ti diamo info (@InfoAtac)  

Inizia la tempesta
Aggiornamento 14:35. Non si sa ancora nulla sullo stato di servizio del #romagiardinetti pic.twitter.com/hL2D6bPN2e (@TreninoGiallo)

@TreninoGiallo @MatteoBM @InfoAtac Io sono riuscita a tornare a casa viaggiando da schifo,autobus pieno!Paghiamo al solito x un disservizio! (@evalu76)

Ore 14:53 @TreninoGiallo interrotta per indisponibiltà di personale, riapertura ore 16.20 circa (@InfoAtac)  - e qui aggiungo: complimenti per la velocità.

@InfoAtac @TreninoGiallo Meglio tardi che mai! Bravi! Diciamo Sciopero bianco! (@evalu76)

@InfoAtac @PendolariRMNord @TreninoGiallo no comment. ATAC, cambiate lavoro se non siete in grado di fare TPL :-) (@Ass_Cult_CeSMoT)

Ridiamo pe nun piagne

@DisinfoATAC la #romagiardinetti è interrotta per indisposizione .Ti prego facci una battuta delle tue che sulla Casilina piovono madonne (@TreninoGiallo)

@TreninoGiallo la linea è interrotta per mancanza di personale. Un attimo che finiamo il torneo a freccette e torniamo. (@DisinfoATAC)

@Chiara_P84 @TreninoGiallo @InfoAtac @PendolariRMNord cazzo, è bellissima! levateje FIFA14 e fateli torna' a bordo, cazzo!! (@RaffRiff)

#info #atac - Linea Termini-Giardinetti interrotta per mancanza di personale dovuta ad un torneo improvviso di freccette dopo pranzo. (@DisinfoATAC)

@TreninoGiallo si vede che hanno pranzato tutti insieme e si sono sentiti male...(@girlafraid_k)
@InfoAtac @TreninoGiallo @PendolariRMNord Se vi manca qualcuno per girare due scambi a Centocelle mi offro volontario :-) (@Ass_Cult_CeSMoT)

@Ass_Cult_CeSMoT @InfoAtac @PendolariRMNord @TreninoGiallo nn credo che dire sconcertante a un servizio pubblico inesistente sia offendere. (Chiara_P84)

La fine della crisi…

#info #atac - ferrovia Termini-Giardinetti riattivata da Giardinetti ore 16.24; da Termini ore 16.50 #Roma (@InfoAtac)

…o forse no?


@TreninoGiallo alle Laziali, in questo momento, 20 minuti di attesa... A piedi si fa prima! (@Lele76LeLe)

@InfoAtac perché sullla #romagiardinetti persistono rallentamenti? (@TreninoGiallo)

@TreninoGiallo non è che nel Giorno del Giudizio alzi il ditino e chiedi spiegazioni...(@iltrenoromalido)

@iltrenoromalido mi stai facendo sentire molto fantozziano... (@TreninoGiallo)

@TreninoGiallo evabbè ma pure te rompi i coglioni... sta arrivando la resa dei conti. Punto (@iltrenoromalido)



#info #atac - #sciopero Usb, domani non garantite corse ferrovie Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Viterbo dalle 8.30 alle 17 #Roma (@InfoAtac) – e lo sciopero non sarà l’unica cosa che dovremo temere in futuro.


I disagi sulla rete Metro-ferro dall'inizio di Ottobre. Da notare gli 11 disservizi
 del Roma Giardinetti, tra stop e rallentamenti, su 17 giorni trascorsi



domenica 13 ottobre 2013

Una storia per la Roma – Giardinetti

Qualche tempo fa Fabio Cruciani (@FabioCruciani) scrisse un breve racconto sul suo blog riguardante un’esperienza particolare vissuta in compagnia del Roma – Giardinetti e invitò i lettori a rispondere al post narrando a propria volta una storia che fosse intrecciata col trenino; quello che oggi vi narro è il ricordo che forse mi lega di più a questa ferrovia.
Spero che non giudicherete male questa mia giovanile impresa. Mio padre, che mi ha permesso di vivere quest’esperienza, ha fatto quello che vi racconterò con le migliori intenzioni, con il solo scopo di rendere felice un bambino.


Perché ho fatto questa premessa? Leggete e capirete…
Bisogna fare un salto indietro nel tempo e tornare nel 2000, quando avevo ancora 5 anni. Chiudo gli occhi e, con un grande sforzo mnemonico, il ricordo torna alla mente e prende forma: sto passando una tranquilla serata a casa dei nonni paterni che abitano a Centocelle. Si è ormai fatto tardi e quindi, salutati i nonni, con mio padre prendo la macchina diretto verso casa. La strada è la solita: andiamo diritti su via dei Castani fino alla chiesa di San Felice da Cantalice, giriamo su via delle Camelie e infine arriviamo a Piazza delle Camelie. Ci fermiamo e scendiamo anche se non siamo ancora arrivati a destinazione. Con gran velocità vado verso il centro della piazza dove si trova, accanto a una fontana, un tronchino di binari di manovra con tanto di scambio manuale facente parte della vecchia diramazione del trenino per piazza dei Mirti. È il momento della giornata che preferisco perché posso giocare a uno dei miei giochi preferiti.
La vecchia struttura della stazione Centocelle
 Il mio svago consiste in questo: sulla linea ferroviaria, che si trova a circa 400 metri di fronte allo scambio, i treni che procedono sul binario sbagliato. È necessario quindi che io faccia spostare gli aghi del deviatoio  per far tornare il convoglio sui binari giusti.
Appena vedo sfrecciare il primo treno prontamente aziono il manolo; nella realtà non succede nulla, nella mia fantasia ho indirizzato il primo di tanti convogli sul binario giusto. Passa il tempo, i treni si fanno sempre più radi, e si fa notte fonda. Tra me e me protesto perché vorrei giocare ancora, ma i treni sono andati a dormire. Mio padre mi prende per mano e insieme attraversiamo la strada andando verso destra e dando le spalle al deposito ferroviario. Stranamente non ci dirigiamo verso la macchina e procediamo silenziosamente immersi nell’oscurità passando tra i binari arrugginiti. La terra sotto i miei piedi è diventata improvvisamente irregolare perché sto calpestando la massicciata della ferrovia. La luce è troppo poca per permettermi di capire dove stiamo andando, tuttavia riconosco accanto a me un profilo fin troppo familiare. La gioia mi pervade il cuore mentre, passando tra le ombre dei treni di giorno rumorosi e ora silenti, realizzo che ci siamo introdotti nel deposito ferroviario di Centocelle. Mio padre rompe per un istante il momento idilliaco indicandomi i capannoni che si intravedono più avanti e mi dice: “Quella è la casa dei trenini. Vuoi andarci ?”. Annuisco ripetutamente sempre più felice e contento.
 A questo punto la memoria si interrompe: non mi è noto come siamo riusciti ad eludere la sorveglianza, sempre ammesso che ce ne fosse. Emerge però  un altro ricordo ben chiaro; all’interno del capannone nel quale ci siamo introdotti sono ricoverati treni con ancora la vecchia livrea blu tipica della Stefer.

Carrello a pompa trolley
Camminando poi verso il fondo dell’edificio troviamo adagiato sui binari un carrello a pompa trolley.  Tra il treno affiancato e il muro c’è uno spazio di circa 2 – 3 metri, abbastanza per poter manovrare il carrello avanti e indietro. Passerei le ore con quel semplice divertimento e non me ne vorrei mai andare ma alla fine, dopo aver strappato a mio padre con la promessa di tornare, vengo convinto a uscire dal deposito. E così con la stessa facilità con cui siamo entrati, ci allontaniamo e torniamo entrambi a casa con la felicità nel cuore.


Nonostante io sia cresciuto sogno ancora di poter visitare quel deposito – museo, unico garante dell’esistenza  di questa  ferrovia: chissà se potrò realizzare questo piccolo desiderio. Nel frattempo mi accontenterò di azionare ancora qualche volta lo scambio di piazza delle Camelie.