Un’altra legnata per la Termini-Centocelle: dopo il
superamento della normativa ANSF, l’USTIF ha deciso di riapplicare il regime di
rallentamenti e battute d’arresto.
Nel luglio di quest’anno la Roma-Centocelle-Giardinetti era
stato erroneamente riconosciuta dal Ministero dei Trasporti come ferrovia “isolata”,
ossia non collegata alla rete nazionale: questo aveva comportato l’imposizione
di una serie di norme di sicurezza stringenti per l’esercizio, che avevano
definitivamente compresso l’affidabilità della linea.
Fortunatamente dopo appena un mese, grazie alla notevole
pressione dei comitati di quartiere in primis di Torpignattara, l’ANSF ha
riconosciuto che il “trenino” della Casilina ha un esercizio di tipo
prettamente tramviario, riaffidando le competenze in materia di sicurezza all’Ufficio
Speciale Trasporti a Impianti Fissi (USTIF) regionale. Si trattava in un
certo senso di un passo storico, il primo riconoscimento della ferrovia come
tramvia.
Altresì durante settembre alcune indiscrezioni trapelate dal
MIT hanno dato per finanziato il progetto TTV Termini-Tor Vergata, presentato
dall’amministrazione comunale il 31 dicembre dell’anno scorso.
Purtroppo la tormentata storia della ferrovia della
Casilina non sembra ancora avere una fine. Da lunedì 14 ottobre l’ATAC,
recependo le direttive USTIF, imporrà il ritorno al limite di velocità a 30
km/h su tutta la linea con l’ulteriore riduzione a 15 km/h in approccio a tutte
le intersezioni stradali e alle fermate.
Si tornerà dunque ad una situazione simile a quella di
luglio, con un aumento del 30% dei tempi di percorrenza e difficoltà per i
macchinisti a condurre materialmente i treni.
Parliamoci chiaro: la politica della Roma-Giardinetti non
vuol più parlare. In Regione le risposte sono sempre vaghe, in Comune ci si nasconde
dietro l’alibi dell’attesa dei finanziamenti del MIT.
E mentre aspettiamo il trenino muore.