Ieri nel quartiere dell'Esposizione Universale di Roma si è finalmente tenuta la Formula E: la corsa delle monoposto elettriche si è sviluppata per un tracciato di circa 2,8 chilometri passando lungo via Cristoforo Colombo, la Nuvola, il Palazzo dei Congressi, via delle Tre Fontane, viale della Civiltà del Lavoro. Nonostante alcuni vistosi errori organizzativi, come l'apertura dei cancelli con oltre 40 minuti di ritardo per le tribune 4A e 4B o i percorsi pedonali che potevano essere decisamente meglio ottimizzati, la prima edizione dell'evento si è tenuta in completa sicurezza.
Personalmente ho vissuto la Formula E non tanto quanto un rilancio dei temi della mobilità sostenibile, che c'entrano poco o nulla con una corsa d'automobili, bensì come una bella scossa per ridare vita al cuore malato dell'EUR. Tra tutti i lavori finanziati dall'organizzazione dell'evento forse il più simbolico è stato la riapertura del sottopasso della Colombo, chiuso da oltre 15 anni.
Non può quindi che essere accolto positivamente l'annuncio di un protocollo tra Formula E e Roma Capitale per riportare la gara nei prossimi anni in città.
I disagi per la viabilità erano inevitabili, ma il coordinamento con la Polizia Locale ha minimizzato i danni in tal senso. Gli utilizzatori del trasporto pubblico sono stati colpiti in misura minore, visto che la metropolitana è sempre rimasta aperta e gli autobus hanno circolato nonostante il traffico: particolamente decisivo è stato il corridoio della mobilità Laurentina, che sebbene sia aperto in una minima parte, ha premiato chi ha utilizzato l'autobus. Questo dato di fatto dovrebbe far riflettere la nostra amministrazione sull'importanza delle corsie preferenziali realmente protette.