La stazione San Giovanni della linea A “sarà oggetto di una consistente ristrutturazione in ambito di nodo di scambio con la metro C. Ma ci vorranno non meno di 3-4 anni per adeguarla. Questa è una stima mentre ancora non c’è un cronoprogramma ufficiale di Roma Metropolitane che è l’ente responsabile di questo progetto in variante, che sarà realizzato da Metro C spa. La stazione della linea C sarà invece pronta a fine anno, più probabilmente a gennaio 2018″. È quanto detto quest’oggi da Mario Macaluso, dirigente responsabile di Atac dell’area gestione ed esecuzione degli interventi di autorizzazione e della prevenzione degli incendi, nel corso di una riunione congiunta delle commissioni capitoline Mobilità e Politiche Sociali.
Fonte: Agenzia DIRE
Nonostante le parole dell’Ass. Meleo e del presidente della Commissione Mobilità Stefàno, l’apertura della stazione di San Giovanni della linea C è definitivamente slittata all’inizio del 2018. Il fatto era già stato sostanzialmente confermato dalla lunga chiusura anticipata della linea che, ricordiamo, fino al prossimo 27 ottobre fermerà il servizio alle 20:30.
Un altro fatto, decisamente più significativo, è lo
slittamento dell’apertura del tunnel di collegamento banchina-banchina tra
metro A e C. Già in passato avevamo spiegato che la galleria di scambio con la
linea A potrà aprire solo dopo l’adeguamento alla norma antincendio definita
dal DPR 151/2011, ma certamente non ci aspettavamo tempi lunghi oltre l’anno. Si
consideri che l’adeguamento del nodo A-B di Termini fu completato in 3 anni con
l’installazione di 18 scale mobili, 5 ascensori e una nuova galleria di
collegamento.
In generale registriamo con preoccupazione l’anno di stasi
della Giunta 5 Stelle in ambito delle metropolitane: non si sta investendo sull’esistente,
non c’è la volontà di prolungare e la programmazione del redigendo PUMS consta
attualmente della sola tratta T3 San Giovanni-Colosseo, già cantierizzata dal
2013, e della tratta Rebibbia-Casal Monastero sulla quale pende una causa
milionaria.
Dopo anni nei quali si è puntato sulla sola linea C, ora c’è
il rischio concreto che la situazione diventi l’esatto opposto e si condanni la
terza metropolitana di Roma e restare una sorta di “trenino regionale” alla stregua della Roma-Lido dalla
periferia a zone semicentrali.
Così come è necessario che la metropolitana attraversi la
città da una parte all’altra, è necessario riprendere i progetti che fino ad
ora sono stati solamente proclamati: solo un bilanciato sviluppo di tutti i
sistemi di trasporto pubblico potrà salvare Roma dal traffico.