Notizie allarmanti per il trasporto pubblico a Roma. Lo si legge da Repubblica del 5 maggio.
«La semplice gestione non basta. Ora l'Atac vuole di più. Vuole entrare in possesso delle tre ferrovie ex concesse.
ROMA-GIARDINETTI
Per la Roma Giardinetti il boss di Atac suggerisce "la riclassificazione in tranvia con la realizzazione del progetto (già trasmesso agli uffici regionali) che prevede l'attestamento del servizio all'altezza della stazione Parco di Centocelle della metro C". Un modo per eliminare l'attuale doppione con la terza linea sotterranea, potenziandone il servizio mediante integrazione. "La riclassificazione", conclude Broggi, "deve prevedere un contestuale passaggio a Roma Capitale dell'infrastruttura, compresi i due depositi di Centocelle".
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ROMA-VITERBO
Considerando lo stato di degrado dell'infrastruttura "si rappresenta la necessità di procedere alla sostituzione con bus del servizio ferroviario nella tratta extraurbana", spiega Broggi, "mentre per il servizio urbano è indispensabile" procedere a una profonda ristrutturazione dei binari e del materiale rotabile "in modo da costruire le condizioni per essere pronti alle integrazioni con le reti di Roma Capitale".
La lettera si chiude auspicando "un incontro in tempi rapidi". Che però, a giudicare dal tenore della missiva e dei rapporti tra gli assessori Improta e Civita, è piuttosto improbabile possa avvenire a breve.»
Parole quelle dell’AD Broggi, che stridono con il motto dell’Atac: “lavorare con trasporto”.
L’assurda intenzione di voler mutilare la ferrovia Roma Nord da Viterbo a Montebello, tentando di cancellare di colpo quasi 100 chilometri di binari e 100 anni di storia, ha lasciato increduli i cittadini che si sono mobilitati in questi giorni da tutto il Lazio in difesa della linea. In primo luogo i sindaci delle città della Tuscia, da Viterbo a Morlupo, hanno condannato l’intenzione dei vertici dell’Atac. La mobilitazione però non è stata solo dei primi cittadini: in opposizione allo "spezzatino ferroviario" l’associazione TrasportiAmo ha lanciato tramite la piattaforma change.org una petizione popolare che ha raccolto oltre cento firme nel giro di 24 ore.
La soppressione della linea Roma – Viterbo si configura come la cancellazione del trasporto portante del nord del Lazio, allo stesso modo di come si tagliò di netto negli anni 80 la Roma – Fiuggi – Alatri – Frosinone.
Ebbene anche sul residuo di questa sfortunata linea, oggi il trenino Roma – Giardinetti della Casilina, l’Atac vuole calare le ruspe. L’intenzione è quella di demolire il tratto di 4 chilometri da Centocelle a Giardinetti, con lo scopo di eliminare ogni intersezione con la metro C. Già in questa e altre sedi è stato ampiamente dimostrato come la ferrovia può continuare ad operare per intero in sinergia con la nuova metropolitana, ampliandone i benefici trasportistici. “La Roma-Giardinetti non verrà smantellata” aveva affermato due mesi fa l’assessore Improta, smentendo indiscrezioni secondo cui, con l'avvio della metro C, lo storico tracciato potesse essere considerato ormai superfluo.
La palese contraddizione tra le parole dell’assessore e la volontà dei vertici della municipalizzata ha fatto ancora una volta allarmare gli abitanti della Casilina che, attraverso il comitato di quartiere TorPignattara, hanno disposto un nuovo incontro per concordare le azioni da intraprendere sul territorio.
La palese contraddizione tra le parole dell’assessore e la volontà dei vertici della municipalizzata ha fatto ancora una volta allarmare gli abitanti della Casilina che, attraverso il comitato di quartiere TorPignattara, hanno disposto un nuovo incontro per concordare le azioni da intraprendere sul territorio.
Sembra purtroppo che la furia distruttrice dell’Atac non si sia accanita solo nei confronti delle linee “ex concesse”. All’alba della notte dei musei, durante la quale si è esaltata l’importanza della conservazione dei rotabili storici, è spuntata la notizia:
Atac vuole demolire il treno di Einaudi
« Si torna a parlare del Bando di Gara n. 44 (Gazzetta Ufficiale del 16 aprile 2014), firmato da Vittorio Sebastiani e da Giovanni B. Nicastro, direttori della divisione Metroferro di Atac SpA, perché continua a prevedere la dismissione del materiale storico della Roma-Lido/Linea B e della Roma-Viterbo, a dispetto delle rassicurazioni dell’assessore capitolino alla mobilità Guido Improta. […]Pare che la società CO.FER.MET. si sia aggiudicata buona parte dei lotti del bando e già stilato il cronoprogramma delle demolizioni. Si dovrebbe iniziare a giugno. Le prime a finire sotto la fiamme ossidrica dovrebbero essere le elettromotrici MA 100 della Linea A, trasformate in Frecce del Mare a partire dal 2005 (quattrini buttati). Poi, verso luglio, sarà la volta dei convogli del gruppo MR, tra cui quelle definite da Improta «patrimonio culturale», e, infine, si passerà alle carrozze storiche della Viterbo protette dal D.Lgs 42/2004 perché hanno più di 70 anni.»
Insomma, nonostante la prevista apertura della metro C, quest’estate si prospetta essere l’ennesimo carnaio per il trasporto pubblico romano. È inaccettabile e impensabile sacrificare sull’altare della spending review le ferrovie e i locomotori che hanno fatto la storia del trasporto pubblico della Capitale e la cui presenza è ancora oggi fondamentale per i pendolari senza contare il grande potenziale turistico mai sfruttato.
Roma ha la fortuna di possedere, oltre i monumenti simbolo della civiltà occidentale, uno straordinario patrimonio ferroviario storico, frutto del genio artistico e ingegneristico del Paese. I treni che hanno fatto la storia di Roma non devono andare perduti così, bensì valorizzati come succede nelle altre capitali europee, tipo Berlino, Londra e Parigi.
Chi sostiene lo smantellamento di tratte ferroviarie è un nemico del trasporto pubblico: noi siamo pronti a combattere!