mercoledì 7 settembre 2016

La metro C chiuderà (?)


Audizione "Usura ruote Metro C" della Commissione Mobilità del 7 settembre 2016


Nuvole di tempesta minacciano i pendolari di via Casilina: senza interventi tempestivi la linea C della metropolitana di Roma è destinata a chiudere.
Ma come è possibile che un'infrastruttura con appena due anni di esercizio alle spalle manifesti già così tante problematiche? Le cause sono molteplici e le soluzioni sono state raccolte nell'odierna Commissione Mobilità.

Ha esordito per Atac l'Ing. Giraudi che ha evidenziato le criticità facendo paragoni con lo standard di
esercizio della linea A. La prima delle tante concause sembra sia una debolezza strutturale dei treni Ansaldo nell'ambito dell'unzione delle ruote: ogni convoglio della metro C dispone di 4 ungibordo e 32 pastiglie che sono posti sotto la prima e l'ultima carrozza, ma sono insufficienti per smorzare gli attriti ruota-rotaia. Un treno CAF invece è dotato di 10 ungibordo con ben 76 pastiglie.
Altresì i tecnici dell'Atac hanno sottolineato che, seppur la linea non segua un tracciato particolarmente tortuoso, lungo la tratta esistono molti punti con raggi di curvatura al di sotto dei 100 metri. A Malatesta il raggio dei deviatoi è 102 metri quando lo standard imporrebbe un minimo di almeno 170 metri. Non regge neanche l'ipotesi della presunta straordinarietà dell'esercizio utilizzando il tronchino di Malatesta in maniera inusuale, visto che già dal 2008 era già stata prevista tale necessità e la conseguente variante progettuale (numero 22).
Di fatto anche ad Alessandrino, dove è presente un altro tronchino di inversione, si stanno manifestando i medesimi problemi di usura delle rotaie. Anche la racchetta a Graniti (ossia l'anello di binari utilizzato per girare i treni in deposito) mostra evidenti deficienze progettuali: il raggio è di soli 78 metri quando il passo dei carrelli dei treni consentono un'inscrizione limite di 75 metri. L'anello, essendo dotato di controrotaia, va a consumare notevolmente il bordino anche nella parte interna.
A questi elementi si è aggiunto un tornio mal progettato che non consente agli operai di ritornire la ruota fino alla fine della vita utile. Tale strumento si è anche guastato la settimana scorsa con inevitabili ulteriori difficoltà dell'Atac a effettuare manutenzione, ma già dal 20 settembre dovrebbe tornare operativo.

Si è passati quindi alla rassegna delle misure palliative attuabili nel breve periodo e delle soluzioni di lungo termine, che non saranno certamente di basso costo. 

Occorre innanzitutto, a detta di Atac, spostare il capolinea delle corse limitate da Alessandrino a Grotte Celoni, dove i raggi dei deviatoi sono decisamente più larghi. Mancano tuttavia alcuni nulla osta normativi. Nel frattempo l'azienda cercherà di concentrare in linea più treni possibili durante le sole ore di punta al fine di mitigare i disagi degli utenti e l'usura dei mezzi. Altresì andranno modificati i carrelli dei treni riducendo l'inscrizione minima possibile da 75 a 69 metri e montando ungibordo supplementari. In uno scenario di più lungo periodo si dovrà andare a correggere la posizione dei binari, sostituendo parallelamente le componenti maggiormente usurate degli scambi di Malatesta e Alessandrino, oltre a modificare radicalmente la racchetta di Graniti. Tutti i 13 treni dovranno poi subire la sostituzione integrale delle ruote.
Bisognerà capire chi pagherà tutte queste costose modifiche: l'impegno della Giunta è di contestare, attraverso Roma Metropolitane, questi errori progettuali a Metro C SpA.
A sostegno della metropolitana urge a maggior ragione  ripristinare con tempestività la tratta Centocelle-Giardinetti del "trenino giallo".
Il prossimo aggiornamento sarà a metà settembre con la relazione definitiva e completa curata dall'ingegneria dell'Agenzia per la Mobilità.


Nessun commento:

Posta un commento