Dopo settimane di disservizi, è scoppiata ieri, martedì 14
luglio, la rivolta dei pendolari della Roma Lido che sono scesi sui binari di
Porta San Paolo per manifestare il disagio di un servizio ormai al completo
collasso.
La scintilla che ha
scatenato tutto è stato l’ennesimo trasferimento di un treno in partenza, a
distanza di ben 40 minuti dall’precedente, dal binario 4 al binario 3 alle ore
19:50.
«Mi ha chiamato mia moglie che è arrivata alle 19:12 a Porta
San Paolo» ci racconta un pendolare «Il prossimo treno era alle 19:50. Dopo 40
minuti di attesa il CAF è stato sostituito per un presunto guasto con un
convoglio di vecchia generazione senza aria condizionata. Ci siamo sentiti
presi in giro e la rabbia è esplosa».
Ma questo imprevisto è stata solo la goccia che ha fatto
traboccare la disperazione dei pendolari: «Siamo esasperati da una situazione
che dura da tempo, non ce la facciamo più: questa è una tortura». Racconta
Marisa: «Da due anni non arrivo più in
orario a lavoro e pensano che mi inventi delle scuse. Sto perdendo il posto per
questo servizio indecente: ci metterei di meno ad arrivare a Napoli! Una
volta mi è addirittura capitato di essere multata perché, avendo vidimato il
biglietto ad Ostia e mettendoci due ore per arrivare a Jonio, il mio titolo di
viaggio è scaduto per le lunghissime attese».
Proprio l’infinita attesa è ciò che fa più infuriare i
pendolari, l’incertezza di non sapere quando e se si potrà arrivare a lavoro la
mattina e tornare a casa la sera.
Alessio prende la
parola: «Il servizio dell’Atac è completamente allo sbando. Non c’è un
controllo sulla qualità del servizio, non c’è un feedback da parte
dell’azienda, non c’è un tentativo per cercare di armonizzare le difficoltà di
esercizio con l’esigenza di sapere quando si partirà (le famose rimodulazioni; ndr).
Non è da Roma città europea che
si prepara ad ospitare un Giubileo. Ci sono state scene goliardiche di
turisti che ci si chiedevano come fosse possibile che ciò accadesse nella
capitale di Italia. Il problema è che all’azienda manca volontà. Il
rappresentante Atac è venuto ad
incontrarci solo sotto sollecito della questura: si sono mobilitati solo per la
protesta sui binari. Secondo loro
abbiamo bloccato un servizio pubblico, quando la frequenza era già ben al di
sotto della soglia di tolleranza».
«Questo disservizio tremendo che va avanti da settimane è
ormai insostenibile» ci dice Giovanni «
Siamo cittadini che non ostruiscono le strade con le macchine e veniamo
premiati con il più umiliante e completo abbandono. Se il personale vuole
fare qualcosa, deve contattarci e
organizzare una protesta insieme. Dobbiamo andare contro i potenti, non
scatenare la guerra tra poveri. In un
paese normale la classe manageriale avrebbe rassegnato le dimissioni». Interviene
un altro pendolare: « Avrei tanto da chiedere ai macchinisti e ai capostazione,
ma sono scostanti. Forse hanno paura di ritorsioni ma la situazione è
esasperata. Sarebbe ora di parlare».
Obietta Veronica: «Il treno delle 19:50 è stato scartato per
un falso problema tecnico, quando in realtà è palese che da tre settimane va
avanti lo sciopero bianco. Di fatto i macchinisti stanno sfruttando i pendolari
come scudo umano per proteggere i loro interessi: adesso basta essere presi in
giro. Una vera protesta è quella dove si
mettono in gioco i propri soldi: non dovrebbero andare a lavoro e rendere
impossibile l’apertura della linea per giorni. Se necessario sono pronta a un
corteo da Roma ad Ostia sui binari».
Abbiamo provato a parlare con i macchinisti che però,
essendo in servizio, non hanno potuto dichiarare nulla, almeno alla stampa.
Abbiamo però ascoltato le risposte fornite ai pendolari inferociti.
La storia che sentiamo ci è già nota. Il declino della linea
è iniziato anni fa: prima con scellerati investimenti sulle MA100, le frecce
del mare che cadevano a pezzi già dall’esercizio nella metro A, poi con le MA200
che sono dei veri e propri bidoni. Solo i Caf funzionano con una certa regolarità
anche se, bisogna ribadire, da anni sulla
Roma Lido non c’è in servizio un treno progettato per questa linea. Il
problema principale del materiale rotabile chiaramente non si può risolvere dall’oggi
al domani. Bisognerebbe comprare 10 treni nuovi: solo così ci sarebbero le basi
per il miglioramento del servizio.
Ci sono tante cose che i pendolari non sanno. Ad esempio che
dei sei Caf disponibili solo tre sono effettivamente funzionanti. Uno è ancora
fermo dopo che l’anno scorso si è tranciata la linea di contatto e ha preso
fuoco, altri due treni sono fermi per il cambio dei carrelli e un altro per il
cambio dei riduttori.
In questa situazione il direttore di esercizio delle
metro-ferrovie Atac, Giovanni Nicastro, ha promesso di rimanere in contatto con
la delegazione di pendolari che è stata ricevuta nella notte. C’è solo da aspettare come evolverà la
situazione, anche se il servizio oggi risulta già essere ridotto con un treno
ogni 30 minuti.
Per altre testimonianze della rivolta dei pendolari
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Nel frattempo è stata aperta una pagina Facebook per rimanere in contatto tra pendolari
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