È stato presentato pochi giorni fa per la gioia dei tifosi
il progetto del nuovo favoloso stadio A.S. Roma. La struttura, che potrà
ospitare fino a 60.000 spettatori , sorgerà sulle vestigia del vecchio
ippodromo di Tor di Valle. In linea con la sua filosofia il sindaco Marino ha
dichiarato:«Il nuovo stadio non aprirà se non saranno completate
prima le infrastrutture per il trasporto che abbiamo chiesto. Forse non si è
capito: abbiamo davvero cambiato pagina».
È stata avanzata una prima proposta: prolungare la metro B
fino a Muratella. L’opera, che dovrebbe essere realizzata a carico totalmente
privato, prevede una diramazione che, distaccandosi da EUR Magliana, corra
parallela alla Roma – Lido per poi deviare in corrispondenza dello stadio e
proseguire fino alla stazione Muratella della FR1. Tutto questo entro il 2016 –
2017.
Sembra troppo bello per essere vero.
Senza considerare l’impatto ambientale che potrebbero avere
uno stadio con un enorme viadotto per la metro, è necessario soffermarsi a
commentare i grandi limiti tecnici di tale diramazione e il contesto nel quale
essa si andrebbe ad inserire.
Come è risaputo dai tanti pendolari che ogni giorno prendono
la linea blu, le deficienze strutturali di una pessima gestione,per non dire di
totale abbandono, stanno man mano trascinando la metropolitana in un vero e
proprio baratro. Già l’attuale assetto di sottostazioni elettriche, necessarie
per alimentare i treni in corsa, rende appena possibile la circolazione di 19
treni MB e 8 treni CAF, che consumano più corrente per l’aria condizionata.
Nonostante quindi sia previsto a breve l’arrivo di nuovi treni Caf per la
linea, senza un programma di potenziamento delle sottostazioni elettriche sarà
impossibile far girare questi convogli.
In questo disastroso
contesto si vuole aggiunge un ulteriore aggravio, la diramazione per lo stadio.
In primo luogo l’uso di una biforcazione produce l’effetto
di ridurre le corse sulla tratta già esistente e crea uno nuovo percorso
esercitato con corse insufficienti: l’esperienza della metro B1 dovrebbe ormai
averlo insegnato. Costruire una
diramazione per tagliare le corse dirette all’EUR sarebbe una vera e propria
follia. Inoltre c’è da considerare che attualmente, con 27 convogli in
servizio, la tratta Bologna – Rebibbia raggiunge un massimo di un treno ogni 5’
mentre la tratta Bologna – Conca d’Oro batte i primati dei regionali con un
treno ogni 9’. Con l’arrivo dei CAF si raggiungerà il limite di 30 convogli in
circolazione e perciò le frequenze sostanzialmente non cambieranno.
Quale soluzione allora attuare?
Considerando che gli spostamenti da e per lo stadio ci
saranno solo in occasione degli eventi, la costruzione di una metropolitana non
è certamente giustificata. È più logico impiegare i finanziamenti che proverranno
dal privato(se arriveranno) per potenziare l’infrastruttura della Roma – Lido
trasformandola finalmente nella linea E
della metropolitana. L’attuale stazione Tor di Valle, già in ristrutturazione, se
adeguatamente potenziata potrebbe diventare il nodo di scambio col grande
stadio.
Tuttavia non si può fare a meno di pensare questo
prolungamento come a una promessa da marinaio, un po’ come il costruendo
filobus sulla Laurentina la cui realizzazione doveva essere assolutamente prioritaria.
Staremo a vedere che accadrà.
a me sembra, ogni volta che Marino parla di Roma, che non abbia la minima idea di come ci si sposta (e di come si vive) in questa città.
RispondiEliminapoveretto, ce la mette tutta, ma proprio non gliela fa.
vive in un altro mondo.
Concordo pienamente. Roma però non può sopportare altri cinque anni così!
Elimina