Sono ormai passati più di 9 mesi dall’8 giugno 2020, giorno
in cui il Ministero Infrastrutture e Trasporti (ora MIMS) ha pubblicato il
Decreto Ministeriale numero 235 che ha concesso 213.824.298,47 € alla Metro G
Termini-Tor Vergata.
Purtroppo da quella data i passi in avanti fatti sono stati
miseri, se non addirittura nulli.
Una breve cronistoria
A luglio, come ben sappiamo dagli esiti dell’ultima commissione comunale sulla Roma-Giardinetti, l’assessore Calabrese ha trasmesso
alla Regione Lazio una serie di note concernenti lo stato dell’arte ed i
dettagli dell’intervento. L’obiettivo era quello di superare immediatamente
possibili sovrapposizioni di competenze nell’attribuzione dei finanziamenti al
Comune di Roma su una linea ancora di proprietà della Regione Lazio.
In assenza di risposta dalla Regione, l’assessore Calabrese
ha trasmesso nel corso del mese di novembre una lettera protocollata alla
controparte regionale, incarnata dall’assessore Mauro Alessandri, senza
ricevere alcun risconto nonostante il sollecito avvenuto il successivo gennaio.
Vista la situazione di stallo, anche il MIMS ha scritto sia
al Comune che alla Regione, sollecitando la necessità di avviare le attività
propedeutiche alla cessione della linea al Comune di Roma, condizione sine qua
non per stipulare la convenzione che verserà i fondi statali alla Capitale. Ma
ancora nulla sembra essersi mosso.
La commissione mobilità regionale
In questa situazione di completa inerzia si è inserita la
pregevole iniziativa per la riattivazione della tratta Centocelle-Giardinetti,
a cura del coordinamento di associazioni Trasportiamo, Legambiente e UTP. <<Ad oggi sulla Casilina corrono ben 4 linee bus che ricalcano il tracciato della Ferrovia>>, ha dichiarato il presidente di Trasportiamo, David Nicodemi, <<si tratta di molti autobus che dovrebbero essere destinati ad altre tratte non coperte dal Ferro: non ci sono più alibi per impedire la riapertura a Giardinetti>>.
La
causa è stata sposata in Comune dalla consigliera Svetlana Celli, quindi
impugnata in sede regionale dall’on. Michela di Biase ed infine calendarizzata
dal presidente di Commissione Eugenio Patanè.
All’incontro sarebbe stato invitato anche l’assessore
Calabrese che però non si è presentato.
Parallelamente anche dallo staff dell’assessore Alessandri è
partita una nota piuttosto polemica:
(DIRE) Roma, 15 apr. - "Siamo disponibili a
riattivare la tratta Centocelle-Giardinetti della linea Roma-Giardinetti, se ci
saranno le condizioni economiche". Così, in rappresentanza dell'assessore
ai Trasporti della Regione Lazio Mauro Alessandri, il membro del suo staff,
Nicola Passanisi, durante i lavori dell'odierna commissione Mobilita della
Regione Lazio.
"Fino ad oggi -ha spiegato Passanisi- mancava la
documentazione del Comune relativa al fabbisogno economico finanziario
dell'intera linea. Questi conti non ci erano mai arrivati ma recentemente ci
siamo sentiti in dovere di scrivere ad Atac chiedendo di quantificarci le cifre
di questo fabbisogno per riaprire il tratto in questione dopo un sopralluogo
congiunto. Secondo noi è corretto dire che in questo momento, al di là del
progetto di trasformazione della linea in un tram destinato al Comune, qualora
ci arrivasse questa quantificazione dei fabbisogni noi siamo disponibili a
riattivare, sempre che questo impatto economico sia sostenibile per la Regione
Lazio in questa fase transitoria, ovvero fino a quando la linea sarà
trasformata in un tram di Roma Capitale".
Alla riunione, pur invitati, non hanno partecipato né i
rappresentanti di Atac né gli assessori regionale e comunale ai Trasporti,
rispettivamente, Mauro Alessandri e Pietro Calabrese.
Insomma, per l’ennesima volta i due assessori, che
dovrebbero lavorare gomito a gomito per il bene dei cittadini, non si son fatti
vedere.
Botta e risposta
Non è mancata neanche la risposta per le rime dell’assessore Calabrese:
La Regione Lazio
dovrebbe spiegare ai romani perché non ha ancora risposto, da novembre dello
scorso anno, alle nostre note sull’accordo di collaborazione per la cessione
della ferrovia Roma-Giardinetti, anche alla luce dei numerosi solleciti formali
e informali del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
A novembre 2020 abbiamo trasmesso alla Regione Lazio la proposta di accordo per
la trasformazione della Roma-Giardinetti in tranvia veloce, conseguente alla
cessione della linea a Roma Capitale, così da sbloccare i 213 milioni di euro
fermi al Ministero.
Oggi in commissione alla Pisana hanno addirittura sostenuto la necessità di
avere fantomatiche carte del Comune, che ovviamente non ci hanno mai chiesto.
Dovrebbero spiegarci, piuttosto, cosa aspettano a rispondere alle nostre note e
a riattivare, intanto, la tratta Centocelle-Giardinetti, che come scritto anche
nella bozza di accordo, rimarrà una loro esclusiva competenza fino all’avvio
dei lavori.
La nostra Amministrazione ha presentato un progetto preciso, dettagliato e
finanziato. Ha costruito un procedimento per la realizzazione della
Metrotranvia Linea G che darà ai romani un servizio di altissimo livello. Non
possiamo accettare che si perdano mesi e mesi per un semplice accordo.
Insomma, il classico scaricabarile all’italiana.
Due livelli, due programmazioni
Nel pieno di questa vera e propria olimpiade di lancio degli
stracci, occorre distinguere i due binari su cui viaggiano, in maniera
parallela ma separata, la possibile riattivazione della tratta
Centocelle-Giardinetti e il progetto della metro G.
Le due istanze infatti sono, a scanso di equivoci,
completamente scollegate e non correlate tra loro.
Il ripristino della Centocelle-Giardinetti è un atto di
esclusiva competenza della Regione Lazio, che può decidere in variazione di
bilancio di incrementare la produzione chilometrica da concordare con Atac. In
tal senso registriamo positivamente che, dopo 6 insensati anni di chiusura, la
Regione Lazio ha cambiato idea sul ruolo della Centocelle-Giardinetti, la cui
mancanza è ancor più sofferta a causa della pandemia. Cercare tuttavia di
additare la mancata attivazione al Comune di Roma è un esercizio di
incompetenza amministrativa, se non di falso politico. La linea è ad oggi
completamente della Regione e solo essa può decidere come disporne.
Il progetto della metro G, viceversa, è appannaggio del
Comune che, è doveroso registrare, sta facendo di tutto per collaborare con gli
enti sovraordinati secondo il principio di sussidiarietà previsto
dall’ordinamento italiano. Le carte del progetto preliminare, che abbiamo
potuto visionare, sono complete di tutti gli aspetti necessari (anche perché
senza non avrebbero avuto il placet del MIMS): risulta perciò inspiegabile
perché la Regione Lazio non abbia dato riscontro positivo alla richiesta del Comune.
L’appello
Dopo 9 mesi dall’ottenimento dei finanziamenti, è chiaro che
il proverbiale immobilismo politico, al netto dei proclama e delle promesse, ha
trionfato per l’ennesima volta. Non potendo costringere gli assessori ad una
civile collaborazione, non ci resta che sperare che lo Stato intervenga
commissariando già da ora la gestione dell’opera.
È urgente infatti che la tratta Centocelle-Giardinetti sia
riattivata e che parimenti sia approvato un protocollo d’intesa, se non
addirittura una legge regionale, per cedere la proprietà della linea al Comune
di Roma. Solo così sarà possibile procedere speditamente con l’affidamento
delle progettazioni definitive ed esecutive, eliminando ogni forma di intralcio
e sovrapposizione di competenze.
Tutto questo, ricorsi al TAR permettendo, ma questa sarà
(eventualmente) un’altra storia.