Stiamo salvando la più grande azienda pubblica di trasporti d’Europa acquistando 600 nuovi autobus al posto di quelli vecchi di 18 anni che ci hanno lasciato (poi si stupiscono che i loro autobus vanno a fuoco. Ipocriti!).
Con questa arringa, il sindaco di Roma Virginia Raggi è
intervenuta nella kermesse Italia a 5 Stelle presso il Circo Massimo. Davanti a tanta falsità e tanta tracotanza
non si può che rimanere basiti.
Come i cittadini di Roma ben sanno l’acquisto di 600 autobus
è uno dei pilastri fondamentali del concordato preventivo, la procedura
fallimentare (è bene sottolinearlo) che Atac sta percorrendo e dovrà continuare
ad affrontare per i prossimi anni. Fattivamente a due anni dall’insediamento la
giunta Raggi è stata in grado di mettere in strada a malapena 165 autobus Iveco
Urbanway, di cui 150 forniti dalla precedente giunta Marino, e 45 filobus
Bredamenarini acquistati per i corridoi della mobilità dell’EUR (progetto
sempre quindi di giunte precedenti) che però hanno avuto un impatto minimo
sulla rete, essendo impiegati parzialmente esclusivamente sulle linee 60 e 90.
La realtà dei fatti è che i 600 autobus non sono più di una
voce dei bilanci dei prossimi tre anni: già quest’anno si sarebbero dovuti
acquisire 320 mezzi con un appalto dal valore di 100 milioni di euro, salvo poi
constatare che tale gara è andata deserta a causa della pessima fama di Atac come
stazione appaltante.
La giunta ha quindi rivisto i suoi acquisti al ribasso,
partecipando ad una gara Consip per aggiudicarsi 227 mezzi, di cui una
novantina a metano. Tali mezzi dovrebbero essere forniti ad aprile del prossimo
anno dall’Industria Italiana Autobus (IIA), che è finita sull’orlo del fallimento salvo poi essere salvata dall’ingresso di Invitalia e Ferrovie dello
Stato. È quindi presumibile che, a seguito di queste vicende, la fornitura
possa ritardare ulteriormente.
Gli autobus vecchi 18 anni saranno stati comprati dai “capaci
di prima”, ma sono tutto ciò che ci è rimasto. Volenti o nolenti sono la maggior
parte di una flotta che il Sindaco ha come eredità, sia come peso che
soprattutto come patrimonio, e che dovrebbe curarsi di manutenere anziché far bruciare.
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