domenica 21 febbraio 2016

Il trenino dei desideri – Un programma elettorale per muovere Roma

E’ partita da qualche settimana la corsa allo scranno del Campidoglio. A breve le primarie PD porteranno alla definizione di un candidato di centro sinistra, il Movimento 5 Stelle deve scremare tra 6 candidati il suo rappresentante, il centro destra ha già designato Bertolaso come uomo per la città. Al di fuori dei principali schieramenti, si trovano gli “indipendenti” Storace, Alfio Marchini e il probabile ritorno dell'ex sindaco Ignazio Marino.


Delineato a grosse linee il panorama politico, il cui approfondimento rimandiamo a sedi più adatte, si deve osservare che questa consiliatura accompagnerà Roma fino al 2021, ossia alla soglia del nuovo Giubileo,  e avrà la responsabilità di decidere sulle Olimpiadi 2024, ammesso che il disegno presentato pochi giorni fa sia ritenuto sufficiente.  Rimandando a sedi più opportune anche il dibattito sulla convenienza o meno dei giochi olimpici, emerge che nei prossimi cinque anni il nuovo sindaco non solo dovrà risollevare la Capitale d’Italia, ma avrà ulteriori responsabilità certamente non trascurabili.
Negli ultimi giorni abbiamo constatato una certa vaghezza con la quale gli aspiranti sindaci parlano di Roma. Fino ad ora sono stati tracciati imprecisati scenari sulla mobilità, la rigenerazione urbana, l’indirizzo che si vuole dare all’Urbe: sembra quasi che Roma sia più una conquista da Risiko che una metropoli da governare effettivamente.

Da questa insoddisfazione nasce la rubrica “Il trenino dei desideri ||Un programma elettorale per muovere Roma”, uno strumento con il quale tracceremo gli obiettivi che il futuro sindaco dovrà, o almeno dovrebbe, conseguire nei prossimi cinque anni nell’ambito della mobilità.
Un programma completo, orientato alle strade ferrate, che non prevederà “fantaprogetti” né tantomeno il completo fermo per nuovi cantieri: in sostanza poche nuove ma significative infrastrutture e un grande lavoro di ristrutturazione della rete esistente.
Non ci aspettiamo che questo lavoro venga pienamente condiviso da tutti lettori, ma l’augurio è che riesca quantomeno a stimolare il dibattito pubblico su un tema che da troppo tempo è passato in secondo piano o è utilizzato per futili proclami.  

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