E’ partita da qualche settimana la corsa allo scranno del
Campidoglio. A breve le primarie PD porteranno alla definizione di un candidato
di centro sinistra, il Movimento 5 Stelle deve scremare tra 6 candidati il suo
rappresentante, il centro destra ha già designato Bertolaso come uomo per la
città. Al di fuori dei principali schieramenti, si trovano gli “indipendenti”
Storace, Alfio Marchini e il probabile ritorno dell'ex sindaco Ignazio Marino.
Delineato a grosse linee il panorama politico, il cui
approfondimento rimandiamo a sedi più adatte, si deve osservare che questa
consiliatura accompagnerà Roma fino al 2021, ossia alla soglia del nuovo
Giubileo, e avrà la responsabilità di
decidere sulle Olimpiadi 2024, ammesso che il disegno presentato pochi giorni
fa sia ritenuto sufficiente. Rimandando a
sedi più opportune anche il dibattito sulla convenienza o meno dei giochi
olimpici, emerge che nei prossimi cinque anni il nuovo sindaco non solo dovrà
risollevare la Capitale d’Italia, ma avrà ulteriori responsabilità certamente
non trascurabili.
Negli ultimi giorni abbiamo constatato una certa vaghezza
con la quale gli aspiranti sindaci parlano di Roma. Fino ad ora sono stati
tracciati imprecisati scenari sulla mobilità, la rigenerazione urbana,
l’indirizzo che si vuole dare all’Urbe: sembra quasi che Roma sia più una conquista
da Risiko che una metropoli da governare effettivamente.
Da questa insoddisfazione nasce la rubrica “Il trenino dei
desideri ||Un programma elettorale per muovere Roma”, uno strumento con il quale
tracceremo gli obiettivi che il futuro sindaco dovrà, o almeno dovrebbe,
conseguire nei prossimi cinque anni nell’ambito della mobilità.
Un programma completo, orientato alle strade ferrate, che
non prevederà “fantaprogetti” né tantomeno il completo fermo per nuovi cantieri:
in sostanza poche nuove ma significative infrastrutture e un grande lavoro di
ristrutturazione della rete esistente.
Non ci aspettiamo che questo lavoro venga pienamente
condiviso da tutti lettori, ma l’augurio è che riesca quantomeno a stimolare il
dibattito pubblico su un tema che da troppo tempo è passato in secondo piano o
è utilizzato per futili proclami.
giornalismo d'inchiesta
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