Le vetture noleggiate dall’Atac non vanno bene, così si
legge in una lunga lettera che Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa, Fast hanno
inviato ai vertici dell'azienda per denunciare una serie di rilevanti criticità.
Secondo i sindacati il posto guida, "non è adeguato per un lavoratore alto oltre 1,75 metri" e "i pedali del freno e dell'acceleratore sono troppo ravvicinati e non consentono una guida ottimale". A mancare anche la cabina blindata per l’autista ed il blocca porte "fondamentale per evitare ripartenze accidentali e per l'incolumità dei passeggeri". E ancora "il sistema di apertura verso l'esterno", che "procura molti disagi soprattutto sulle linee tipo 228 con carreggiata molto stretta con la possibilità di prendere in fermata i veicoli privati parcheggiati". Poi c'è lo specchio laterale destro, montato ad altezza uomo, con il rischio concreto di "colpire un pedone".
Tali problematiche, tutte da verificare, che con tutta probabilità riguardano i
“furgoni” corti in consegna, gli Indcar Mobi.
Come già citato nel precedente articolo di presentazione, gli Indcar Mobi sono vetture da 8 metri del tutto simili ai Cityos di
Roma TPL, in servizio già da anni sui tracciati più tortuosi della Capitale.
Appaiono quindi prive di fondamento le critiche dei
sindacati alle porte ad espulsione, che non aumentano significativamente
l’ingombro stradale, la posizione dello specchietto retrovisore, necessaria per
garantire l’ampiezza di visuale, e la mancanza di blocca porte, di cui anche i
Citaro Atac sono praticamente tutti sprovvisti. Altresì non sembra sensato
criticare così aspramente il posto guida ed alla posizione dei pedali, le cui
caratteristiche sono regolate da una normativa piuttosto stringente.
Sicuramente la mancanza della cabina antiaggressione dovrà
essere affrontata (non solo sui 20 Indcar Mobi, bensì su tutta la flotta di
corte esistente che attualmente ne è sprovvista), ma da qui a bocciare l’intera
fornitura come “non sicura” ce ne passa.
Occorre ricordare infatti che, secondo il piano di
concordato, l’Atac dovrà produrre quest’anno 22 milioni di chilometri in più
sulla rete di superficie: dimostrare quindi non solo di essere un’azienda
solida, ma essere anche capace di riconquistare la fiducia dei molti pendolari
lasciati per strada.
Raggiungere questo obiettivo ad oggi appare estremamente
difficile, nonostante le nuove vetture previste, remare contro anche quel poco
che si sta facendo non aiuterà nessuno: né pendolari, né autisti.
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