Dopo il saluto di
ieri alla MA.100 “Freccia del Mare” è tempo di tirare le somme del bilancio per
la ferrovia per Ostia, che rischia seriamente un default d’esercizio.
All’uscita di servizio delle 3 MR.500 nell’aprile dell’anno scorso
si sono sommate le 2 MA.100, di cui l’ultima svampata definitivamente ieri per
un guasto all’impianto frenante. Sembra che Atac stia lavorando per ottenere
una proroga che consenta di mantenere il treno in esercizio fino a fine agosto.
Sta di fatto che nel giro di soli due anni infatti il parco
treni si è ridotto del 25% passando 21 a 16 macchine: restano disponibili solo
8 MA200 (di cui uno senza aria condizionata) del 2000, 5 CAF “Freccia del Mare”
del 2004 e 3 CAF ex metro B del 2009.
Ai tavoli istituzionali ai quali abbiamo partecipato Atac ha
confermato la forte sofferenza della linea, soprattutto dovuta alle MA200, i
cui difetti non sono stati affatto risolti dalla manutenzione Hitachi dell’anno
scorso: tale manutenzione straordinaria rappresenta infatti un palliativo che
terrà in piedi gli 8 convogli per un altro quinquennio al massimo.
Il nuovo anno scolastico si aprirà quindi molto probabilmente
con un sostanziale peggioramento del servizio, soprattutto nelle ore di punta
quando la richiesta di treni è massima. Occorre ricordare che per mantenere una
frequenza di 10 minuti sulla linea, considerando l’attuale tempi giro di 90
minuti, è necessario avere 9 treni circolanti e relative riserve.
Sul fronte dei nuovi acquisti la situazione è di estrema
magra: a settembre di quest’anno la Regione Lazio pubblicherà il bando per l’acquisto
di 11 treni (5 per la Roma-Lido e 6 per la Roma-Civita Castellana-Viterbo). Tra
i tempi burocratici, di aggiudicazione e produzione, l’arrivo del primo treno
nuovo non sarà prima del 2021.
Nelle migliori prospettive quindi solo tra 4 anni si potrà
ritornare ad avere la stessa consistenza di flotta di 2 anni fa, con tuttavia
ben 8 MA200 prossime alla pensione. Il rischio di un blocco dell’esercizio per disordine pubblico dovuto all’insufficienza di
treni non è insomma così remoto.
L’accordo quadro prevede l’opzione di aumento della
produzione dedicata alla Lido dagli attuali 5 fino ad un massimo di 20 treni, ma
solo qualora si dovessero reperire ulteriori finanziamenti. In ogni caso, anche
considerando possibile questa rosea prospettiva, tali convogli non potrebbero
circolare a causa dei limiti tecnici dell’infrastruttura (segnalamento e
sottostazioni elettriche di alimentazione) che può reggere un massimo di 12
treni (frequenza a 7,5 minuti).
Se a ciò si aggiunge che per lo stadio è previsto un
esercizio a “doppio anello” con corse ogni 4 minuti tra Porta San Paolo e
Acilia e ogni 7 fino al terminale Colombo, per il quale saranno necessari 22
treni (più riserve), diventa
irrealistico pensare all’impianto di Tor di Valle.
Come ripetiamo da anni crediamo che, prima ancora di immaginare la metro E Jonio-Colombo e lo
Stadio AS Roma, forse le amministrazioni comunale e regionale dovrebbero riflettere su
come rendere decente l’odissea nella sua drammatica quotidianità.
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