martedì 3 dicembre 2013

Il disagio quotidiano, le testimonianze dei pendolari del trenino giallo

Su questo blog, dopo tanti mesi e tanti articoli, vorrei dare a voi, cari (e sfortunati) pendolari del treno Roma – Giardinetti, libero sfogo alle vostre riflessioni, alle vostre idee e soprattutto alle vostre ire derivanti dalla gestione vergognosa di questa ferrovia. Oggi è Massimiliano Grosso Sgarrillo a raccontare la sua storia: buona lettura!

Fruisco quotidianamente del servizio ferroviario Termini-Giardinetti da oltre due anni. Ormai sono talmente abituato al disservizio e all’inefficienza che esco di casa consapevole di raggiungere la stazione Termini ad un orario indefinito e soprattutto mi aspetto un peggioramento crescente di giorno in giorno sull’intera linea. A solo titolo di esempio, il mese di ottobre del 2013 è stato finora il peggiore da quando mi servo del cosiddetto trenino giallo. Soprattutto per le prime due settimane non c’è stato un solo giorno di servizio regolare: scioperi, guasti, malfunzionamenti, inconvenienti tecnici, addirittura uno scontro tra due convogli, e ancora riduzioni di corse, indisponibilità di personale e così via.
La gente ormai è esasperata e terribilmente rassegnata. Ma la condizione di abbandono e di frustrazione che i pendolari della Casilina vivono quotidianamente, rappresenta in realtà la condizione di centinaia di migliaia di pendolari che subiscono il malfunzionamento dell’intero trasporto pubblico della Capitale.
La linea Termini - Giardinetti in particolare vive una situazione paradossale di vuoto dove da un lato gli investimenti (in personale, in vetture, attrezzature ecc.) sono praticamente inesistenti (anzi vengono rimpiazzati dai tagli) e dall’altro la tanto decantata metro C è lontana anni luce dall’essere messa in funzione. Perciò, è lecito e logico pensare che la situazione non potrà far altro che peggiorare nei prossimi mesi/anni. Almeno finché la metro C non sarà completamente funzionante. E in tutto questo la cosa che fa più rabbia è il silenzio e il menefreghismo da parte dell’ATAC.
 Incrementare le corse del bus 105 non fa altro che aumentare il traffico su un’arteria che di per sé, stretta e piena di incroci, è congestionata praticamente ad ogni ora del giorno, per non parlare delle ore di punta. E poi il 105 una volta giunto a S. Elena entra nel Pigneto e impiega da lì oltre venti minuti solo per attraversare il mega ingorgo di Porta Maggiore e giungere a Termini. Invece il Trenino, se funzionasse a dovere, impiegherebbe 40 minuti per percorrere tutta la linea!
A noi, poveri pendolari, quando la mattina saliamo su questo treno puzzolente, rumoroso, affollato e lento, interessa poco o niente di chi sia la colpa di questo stato d’abbandono. A noi interessa arrivare a destinazione in tempi ragionevoli e tornare a casa in santa pace. Arrivare al capolinea dei Laziali alle 20:00, dopo una giornata di lavoro stressante e trovare il cancello chiuso con il cartello prestampato (e quindi segno che viene usato di frequente) “servizio sospeso, in alternativa utilizzare linea bus 105” è alquanto frustrante, soprattutto arrivare poi a piedi fino a Porta Maggiore, aspettare un 105 stracolmo che non riesce nemmeno ad aprire le porte, aspettarne un altro e sgomitare per riuscire a salire, percorrere tutta la Casilina e tornare a casa alle 23:00, è un’esperienza tutt’altro che gratificante già solo se fosse un’eccezione, figuriamoci quando diventa la regola.
Sì perché su questa linea la regola è l' inefficienza. E quando ogni mese compri la tessera (35,00 Euro) sai benissimo che quei soldi valgono decisamente di più rispetto al servizio che riceverai! Eppure lo compri lo stesso, perché il tuo dovere civico ti fa agire pensando che sia la cosa giusta da fare. Ma provi una gran rabbia quando ogni giorno assisti all’assoluta mancanza di controlli su tutta la linea.
Per non parlare dei soggetti che si possono incontrare su questa splendida linea! Soprattutto dopo le 21:00! Vi lascio immaginare. Poi i benpensanti moralisti accusano la Smart per la pubblicità che scoraggia l’uso dei mezzi pubblici. Beh fatevi due domande! E soprattutto, provate a prenderli i mezzi pubblici e vi accorgerete che è la realtà!
E soprattutto provi una gran rabbia quando vedi che la situazione peggiora di giorno in giorno, e l’intero servizio precipita in uno stato di degrado e di abbandono: si percepisce chiaramente l’intenzione da parte dei vertici dell’ATAC e del mondo politico, di abbandonare a se stessa l’intera linea Termini-Giardinetti finché non sarà completa la Metro C, ovvero chissà per quanti anni ancora. E fa anche rabbia sentire risposte da parte di chi il problema non se lo pone proprio, del tipo: “eh vabbé te sei annato a cercà a casa su a Casilina, che vvoi?”, oppure “che mme frega a me, io c’ho a machina”.
Fa rabbia perché ti accorgi di vivere una condizione di disagio e di essere lasciato a marcire in questa condizione perché fai parte del popolo dei pendolari, dei dimenticati, degli ultimi, di quelli che la Smart non se la possono permettere, di quelli che la stanza in affitto in zone più centrali non immaginano nemmeno come è fatta. Fa rabbia perché una città eterna come Roma, capitale del mondo antico e metropoli postmoderna, unica per bellezza e ricchezza, patrimonio dell’umanità, tollera tranquillamente il fatto che centinaia di migliaia di pendolari, che sono tra l’altro il cuore pulsante della città stessa, restino ogni giorno schiacciati sotto il peso dell’inefficienza di una struttura mastodontica come l’ATAC.
Sai che tutto questo non è accettabile. Ma sai anche che non resta altro che rassegnarsi.


Massimiliano Grosso Sgarrillo

1 commento:

  1. E' ormai chiaro che la "toppa" del potenziamento del bus 105 non serve a nulla. Anzi: toglie risorse (personale e vetture) da linee ordinarie, come quando viene interrotta la metropolitana o un'altra delle due ferrovie.

    Ma e' veramente possibile che tra tutte le persone, ad esempio in foto, non ce ne sia uno che non fa RECLAMO regolarmente ad ATAC? Non fosse altro perche' si paga per un servizio che viene erogato. Inoltre un bel giorno tutti quei numeri di pratica possono sempre tornare utili: il cliente non ascoltato e' sempre un cattivo biglietto da visita. Vedi come si sono associati gli utenti delle altre due ferrovie gestite da ATAC.

    Naturalmente in questa triste vicenda e' assordante il silenzio di Regione, proprietaria della linea (treni compresi).

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