lunedì 7 dicembre 2015

Sette giorni senza metropolitana

Dopo gli 8 giorni di sciopero da parte dei lavoratori del consorzio Roma TPL per il mancato versamento degli stipendi, è in arrivo un’altra agitazione che rischia di creare disagi anche più forti per i pendolari romani.

La CAF Italia è un’azienda con oltre cinquanta lavoratori a Roma che operano presso i due depositi dell’Atac a Magliana ed Osteria del Curato. Sono tecnici specializzati che si occupano della manutenzione e della riparazione dei treni che viaggiano lungo le linee della metropolitana di Roma e Lido, con competenze ed esperienza particolari e qualificate.

A fronte di un’operazione di reinternalizzazione da parte di  ATAC delle attività di manutenzione finora svolte dai lavoratori CAF, la società ha aperto una procedura di licenziamento collettivo. Ad oggi nessuna apertura da parte della direzione CAF alle proposte sindacali, volte ad evitare licenziamenti unilaterali attraverso il ricorso alla volontarietà all’esodo ed alla ricollocazione in altri cantieri operanti sul territorio nazionale.
A fronte di questa chiusura e dunque dell’imminente possibilità di perdere i propri posti di lavoro, i lavoratori di CAF riuniti in assemblea hanno deciso di aprire lo stato di agitazione e di dichiarare
SETTE GIORNI DI SCIOPERO DAL 9 AL 16 DICEMBRE.
Una decisione drammatica e che metterà a rischio la tenuta della metropolitana di Roma, dal momento che le attività di riparazione e manutenzione saranno sospese, proprio in un momento particolarmente delicato stante l’apertura del Giubileo. In solidarietà con i colleghi romani anche i lavoratori trasferiti presso i cantieri di Cagliari e Foligno aprono lo stato di agitazione con le medesime modalità.
Treni senza manutenzione
Poiché i 68 treni CAF circolanti su tutta la rete metropolitana di Roma costituiscono più del 50% del parco rotabile, mandare avanti per una settimana il servizio senza manutenzione sarà praticamente impossibile. L’effetto immediato sarà la riduzione di convogli circolanti, con la conseguente dilatazione dei tempi di attesa già sperimentata nei giorni scorsi sulla metro B. A pagare il prezzo più alto saranno quasi sicuramente i pendolari della Roma – Lido, i cui restanti treni MA.100, MA.200 e MR.500 non sono sufficienti per sostenere la linea da Ostia a Porta san Paolo.


Domani il Giubileo
La Roma che va verso il Giubileo è lanciata anche verso un baratro, almeno dal punto di vista dei trasporti. Nelle scorse settimane si è lavorato in fretta e furia (e ancora si continuerà) per cercare di preparare la Città Eterna al grande afflusso di pellegrini, operazione ancora più difficoltosa dopo i tragici attentati di Parigi che hanno comportato il livello d’allerta 2 e la necessità di presidi militari fissi. In metro A solo 7 unità, sul parco complessivo di 39 treni, sono state rigenerate; sulla metro B in due week end si sono sostituiti i binari tra Rebibbia e Ponte Mammolo senza però rincalzarli, determinando di fatto l’inefficacia dell’intervento e il persistere dei rallentamenti.

La nostra preghiera è che l’occasione del Giubileo della Misericordia (del Pendolare) instilli anche negli amministratori più incompetenti quantomeno un minimo senso di responsabilità, che fino ad ora non si è visto molto. Che la metro ci sia lieve...

Aggiornamento del 10 dicembre - Pare che la preghiera abbia effettivamente funzionato.

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