[Nota: Non ho potuto arricchire questo
articolo con immagini per problemi di connessione alla rete]
Nella prima parte dell’articolo si è parlato della
preoccupante situazione in cui versano le tranvie e i tram, la cui sola metà è
funzionante. L’analisi poi si è concentrata sugli “sviluppi” che la cura del
ferro ha apportato alla rete tranviaria e metropolitana. La crescita della rete
su ferro non solo si è quasi bloccata, ma le poche attenzioni date alle
strutture esistenti fanno intendere l’avvio di un processo involutivo, che nel
giro di pochi decenni porterà alla fine dell’esistenza del trasporto pubblico romano.
Dell’attenzione che riserviamo al nostro “patrimonio” di ferro
è emblematica la situazione delle ferrovie concesse Roma – Lido, Roma –
Giardinetti e Roma – Viterbo. Tutte tre, parte di una preziosa eredità che ci è
stata affidata circa mezzo secolo fa, risentono a causa della scarsa
manutenzione dei problemi più disp(a)erati.
La Roma - Lido
Sulla Roma – Lido si viaggia su tre tipi di rotabili: i treni
Fiat 500 del 1987, i convogli Caf e i rotabili dismessi dalla metro A, le
famigerate fecce del mare. Tra queste tre tipologie di treni solo i Caf sono
dotati dei confort indispensabili per viaggiare dignitosamente, anche se spesso
l’insufficiente pulizia dei pavimenti mina all’igiene delle carrozze. Purtroppo
questo non è l’unico problema della ferrovia. In questa linea maledetta la
frequenza massima raggiunta è di 15 minuti e tale dato non è dovuto solamente
alla pochezza di materiale rotabile. Infatti, anche se ci fossero treni in
abbondanza, non potrebbero circolare tutti insieme perché le poche
sottostazioni elettriche sono maltenute da anni, in uno stato di perenne criticità.
È stato tuttavia promesso dal sindaco che verranno fatti diminuire i tempi
d’attesa massimi nei prossimi mesi dagli attuali 15’ nominati (20’ reali) prima
a 12’, poi a 7’ nel 2014, anche se non si sa con quali interventi e soprattutto
con quali treni. È ipotizzabile che con l’arrivo dei nuovi Caf sulla linea B i
vecchi treni MB verranno gradualmente immessi sulla Roma – Lido. Questi treni
non potranno però circolare finché non saranno adeguati agli standard della
ferrovia, che sono molto diversi da quelli metropolitani, e finché non saranno
potenziate le sottostazioni elettriche. Saranno poi dotati di tutti i disagi ereditati
dalla linea B: pulizia discutibile,nessun tipo di climatizzazione, graffiti
spalmati lungo tutti i vagoni.
Non si può mandare avanti una ferrovia andando a raccogliere
qua e là treni dismessi o scarti di forniture per altre linee (i Caf in realtà
dovevano viaggiare sulla linea B, ma il buonsenso quella volta prevalse e si
scelse di dirottarne una parte sulla Roma – Lido). L’ultima fornitura di treni
appositi per questa linea risale ormai al lontano 1987, ben 26 anni fa. Questa
politica mette in uno stato di disparità i cittadini che però pagano in uguale
misura il biglietto.
La Roma – Viterbo
Il disagio perenne non è solo una prerogativa della Roma –
Lido. Infatti viaggiando sulla Roma - Viterbo troviamo addirittura stazioni abbandonate
a se stesse nelle quali si può entrare senza pagare il biglietto. Tra queste
troviamo Monte Antenne, stazione situata in prossimità di via del foro italico,
al ridosso della quale è stato costruito un gigantesco campo abusivo. A pochi
metri dal campo si trova il parcheggio di scambio con la linea; ma chi mai
lascerebbe in quel posto la macchina incustodita per prendere una ferrovia che non
passa mai? Le corse saltano con una regolarità paurosa, tanto che i giorni di
servizio regolare sono di meno delle giornate nelle quali viene effettuata la
diminuzione delle corse. Ma sul sito dell’Atac il servizio risulta essere
sempre regolare e le soppressioni giornaliere vengono più gentilmente spacciate
come “modifiche all’orario operativo di servizio”. Le soppressioni croniche
sono direttamente riconducibili alla mancanza di personale: i conducenti e
macchinisti che non sono più in servizio non vengono rimpiazzati, con
gravissime ripercussioni sulla regolarità del servizio. Nella tratta
extraurbana la situazione peggiora. Sono
ancora rivivibili sulla ferrovia tempi di percorrenza infiniti, appartenenti al
secolo scorso. Per arrivare da Roma a
Viterbo occorrono circa 2 ore e 40 minuti, mentre con il servizio erogato dalla
FR3 ci si mette appena 1 ora e mezzo. Pur tenendo conto che la Roma Nord
effettua più fermate, la differenza tra le due ferrovie rimane notevole. La velocità limitata sulla tratta extraurbana è imposta dal
fatto che i treni devono viaggiare ambo le direzioni alternandosi su un solo
binario fino a Montebello, che corrisponde al capolinea nord della tratta
urbana. I progetti di raddoppio ci sono, i finanziamenti pure, ma spesso questi
ultimi spariscono nel nulla. Maltenuti poi sono anche i passaggi a livello che
a volte si inceppano o non si attivano proprio. Il servizio urbano e quello
extraurbano non convivono pacificamente. Non è raro che un treno urbano
intralci la corsa di un treno extraurbano che non effettua tutte le fermate,
provocando rallentamenti e disagi. Ovviamente i
treni sprovvisti di qualsiasi conforto per l’utenza.
La Roma - Giardinetti
Il decorso della Roma
- Viterbo ricorda per certi versi quello del trenino Roma - Giardinetti, ex
Roma - Pantano, ex Roma - Fiuggi – Alatri - Frosinone. A causa della poca cura, la ferrovia,
risalente agli anni 20, andò incontro a un lento e inesorabile declino. Dell’antica
rete che collegava Roma a molti i paesini del Lazio fino a Frosinone ora rimane
solo un breve tronco urbano, lungo appena 9 chilometri e servito ancora da rotabili del
1926. Il trenino della Casilina, così come la Roma Nord, deve la sua resistenza
non alla manutenzione ma a una costruzione ben fatta. Stando a quanto detto
negli ultimi anni, l’intenzione sarebbe quella di trasformare il trenino in una
tranvia adeguando i binari e la tensione elettrica. Dopo tanti anni e tante
parole risulta ormai chiaro che in realtà non si vuole fare nulla di quanto annunciato.
Di progetti veri e propri non se ne è
mai vista l’ombra. Da qualche anno ormai
aleggia lo spettro della dismissione del trenino Roma – Giardinetti con
l’apertura della metro C, fantasma che forse potrebbe lambire tra qualche anno
anche la ferrovia Roma – Nord.
Si vocifera anche di
trasformare il 105 in filobus, ma noi romani di filobus ne abbiamo già avuto
abbastanza. Dopo la scellerata distruzione della vecchia rete filoviaria, i
segnali di ripresa sono pallidi e incerti. Da una parte c’è una sola linea in
servizio, il 90, dall’altra si sta costruendo da 3 anni un corridoio dell’(im)mobilità lungo appena 4
chilometri. Ma questa nascente rete filobus rimarrà per sempre scollegata nel
suo interno senza la definizione di un vero piano regolatore generale. E
senza una politica motivata a realizzare
la cura del ferro rimarrà per sempre su carta, accantonata negli scaffali dell’agenzia
della mobilità. Senza controlli seri delle gare di appalto e del rispetto dei
tempi di costruzione la realizzazione di queste opere rimarrà sempre per gli
appaltatori disonesti occasione per lucrare. Spesso la frase classica
utilizzata dai nostri politicanti per giustificare l’impossibilità di costruire
grandi opere per i cittadini è: “non ci sono i soldi”, “mancano i
finanziamenti”. Questo non è affatto vero. Lo dimostra il fatto che le risorse
per coprire gli enormi aumenti dei costi della metro C si sono trovate, così
come i soldi per la stazione Venezia. La metro C è solo la prima di una serie
di progetti che dovranno essere realizzati: chiusura dell’anello ferroviario,
la tranvia sulla Togliatti, la linea D e così via. Se non ci sarà però un cambio di passo, la
maggior parte di questi sogni della mobilità non li vedremo mai perché non
vivremo abbastanza.
Fatte salve eventuali risposte ufficiali CONCRETE, magari a questo post, dal punto di vista della percezione della qualita' di servizio da parte dell'utenza e' tutto ineccepibile.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la Roma - Civita Castellana - Viterbo, a Saxa Rubra almeno da diversi mesi giacciono delle scatole "sospette", da cui spunta un'anta del tutto simile a quella in uso dei varchi di nuova generazione (foto di circa un mese fa: https://fbcdn-sphotos-h-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn2/q71/s720x720/1208983_10202201325695503_32214263_n.jpg , sulla sinistra): che siano proprio quelli destinati alle stazioni di Campi Sportivi e Monte Antenne? Attendiamo con ansia che si risolvano eventuali problemi burocratici e/o economici per la loro installazione!