A cura di Andrea D'Emidio
Sicuramente uno degli elementi che contraddistingue la
municipalizzata dei trasporti capitolini sono i display non funzionanti. Infatti
non passa giorno che non si veda circolare almeno una vettura con il display
rotto e con fogli di carta attaccati al parabrezza che, nella migliore delle
ipotesi, hanno il numero stampato e nella peggiore, hanno il numero scritto a
penna, o addirittura con pennarelli di colore molto chiaro che non si leggono
nemmeno alla luce del sole. Ciò, non compromette la sicurezza di passeggeri ed
autisti delle vetture e comunque permette la continuità del servizio. Pertanto,
non si comprende il motivo per il quale non venga fatta adeguata manutenzione,
anche in rimesse molto piccole come Montesacro (solo 30 vetture,) dove molti
filobus viaggiano ormai di routine con i display cartacei.
Il suddetto problema non è legato solamente ai display
indicanti linea e destinazione, i display esterni, ma anche a quelli interni
che, assieme all’annuncio di prossima fermata, dovrebbero puntare al
miglioramento del comfort a bordo dei bus, soprattutto per le persone con
handicap e per turisti. Poiché questo servizio è collegato al geolocalizzatore
delle vetture, se la vettura non è monitorata o non connessa alla tecnologia di
localizzazione, il display mostra esclusivamente la scritta ‘ATAC’ e l’annuncio
vocale di prossima fermata non è attivo. Tuttavia, questo servizio non si trova
a bordo di tutte le vetture: i bus che implementano questa tecnologia sono i
337 bus denominati “serie Roma” ed i nuovi 150 autobus che stanno cominciando a
circolare per le strade della Capitale. Questi sono una parte minoritaria della
flotta di superficie. Il parco restante
dispone di display interni che, se attivi, mostrano il numero della linea e la
destinazione, senza essere accompagnati da alcun annuncio vocale. Dunque questo
è un servizio che, come molte altri, dà benefici solo in parte.
Non sono da sottovalutare anche i problemi analoghi sulle
metropolitane A e B. Sulla linea A l’annuncio è solo in lingua italiana.
Talvolta capita che mentre si è sulla metro B1 gli annunci non funzionino fino
a Bologna oppure che se per esempio si è a Libia, l’annuncio dica che ci si
trovi a S. Maria del Soccorso.
Insomma dei piccoli miglioramenti da attuare a costo zero
che potrebbero cominciare ad avvicinare il servizio del TPL capitolino agli
standard di altre capitali europee.
Questa è sciatteria e/o menefreghismo
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