lunedì 20 aprile 2015

Caos Capitale - I fatti della metro A

«Sciopero con momenti di caos al capolinea della metro A ad Anagnina. Alle 8.30 è scattata la fine della fascia di garanzia. Al capolinea sud della linea arancione è andata in scena una vera e propria rivolta dei passeggeri. Gli ultimi ingressi tra le 8.15 e le 8.20, con la certezza di riuscire a prendere le ultime 4 metro previste in partenza. Una speranza vana però. Nel lasso di tempo nessun treno è partito.
Alle 8.35 la beffa. Nonostante i biglietti pagati, nonostante la fascia di garanzia rispettata dai passeggeri, la richiesta degli addetti di abbandonare la stazione, costretta a chiudere per mancanza di addetti. Tra i passeggeri automatico è partito il moto di rivolta, con l'occupazione del convoglio in quel momento presente in stazione. Seduti, nessuno con l'intenzione di mollare, hanno costretto il macchinista a muovere verso Cinecittà. Da qui molti sono scesi per prendere il taxi. Molti altri invece sono rimasti a bordo, con i treni al buio. Buio calato anche in stazione.
Mentre scriviamo, 9.20, l'occupazione è ancora in corso. Alle ore 10 i treni destinati al deposito sono bloccati in coda al treno. Il macchinista ha richiesto di portare i passeggeri a Termini, ma non sarebbe stato autorizzato. Alle 10.36 i vigilantes presenti a Cinecittà hanno chiamato la polizia per chiedere di sgomberare banchina e treno.[…] Alle 10.30 la richiesta di intervento della polizia, giunta sul posto alle 11.»

Se ne è parlato parecchio sui giornali: le quattro corse che si dovevano effettuare  da Anagnina dalle 8:15 alle 8:30 sono saltate. Nel momento immediato sembrava che il macchinista, pur di iniziare a scioperare, avesse anticipato il termine dello sciopero alle 8:15.
Eppure, per quanto si possa voler scioperare, nessuno sano di mente rischierebbe una grave sanzione disciplinare, se non il posto di lavoro, pur di saltare una corsa e tornare presto a casa. Tra l’altro, poiché episodi identici si sono verificati anche a Re di Roma e Ponte Lungo, staremmo parlando di un folto gruppo di macchinisti impazziti tutti nello stesso momento. Una situazione davvero improbabile, ma allo stesso tempo  difficile da comprendere e spiegare.



Nel giro di qualche ora ulteriori informazioni sono emerse: il DCO, la centrale operativa che regola la marcia di tutti i treni (per approfondire leggi #MetroForDummies), ha diramato tra le 8:15 e le 8:30 un ordine a tutti i macchinisti.

                       
    

Dal video sono evidenti sia gli ordini impartiti dal DCO “servizio fermo” ed “evacuare i treni”, sia la volontà del macchinista di non volersi fermare “hanno tirato l’allarme” e “questi me menano”.
Cosa ha quindi spinto il DCO a impartire quest’ordine?

Prima di parlare è necessario fare una premessa: quella che segue è solo di un’ipotesi, una serie di congetture che, pur basate su dati reali, non hanno avuto un riscontro o una prova definitiva. Starà al lettore decidere quanto peso e quanta veridicità attribuire a ciò che segue.
Venerdì 17 alle 8:15 era in atto una miscela esplosiva di sovraffollamento, pendolari arrabbiati e pochezza di personale di terra: probabilmente non c’era scampo e forse questa è stata la conclusione migliore, senza aggressioni fisiche e feriti gravi.

Ebbene è possibile che il DCO,  per propria valutazione o su richiesta di un superiore, abbia emanato l’ordine di evacuare i treni e abbia delegato ai macchinisti il compito di far defluire i viaggiatori dalle stazioni a causa dell’insufficienza del personale necessario per gestire l’enorme folla.
La regia per nascondere queste gravissime mancanze è stata ben studiata e di fatto la stampa e i passeggeri hanno attribuito ai macchinisti la colpa dei disservizi. In quel momento i macchinisti e il personale di terra stavano solamente cercando di eseguire degli ordini: stavano insomma facendo il loro lavoro.

Con questo articolo abbiamo voluto in primo luogo voluto riunire diversi elementi ed elaborare una possibile versione della verità dei fatti, in secondo luogo desideriamo esprimere la nostra solidarietà a tutti gli autoferrotranvieri romani che, ogni giorno, combattono e scontano come noi le inefficienze di un trasporto pubblico gestito con politiche scellerate. Ci auguriamo che già da martedì ci siano le prime sanzioni disciplinari, come detto dal sindaco Marino, contro i dirigenti che hanno reso possibile l’improponibile situazione di venerdì sulla metro A.

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