La notizia è nota da giorni ed è sulla bocca di tutti: Papa
Francesco ha annunciato un anno di Giubileo straordinario, dall’8 dicembre 2015
fino a novembre 2016. Allo stesso modo tanti hanno già manifestato dubbi sulla
gestione e sulle misure che verranno adottate in questi mesi, quando
arriveranno milioni di fedeli da tutte le parti del mondo. Anche noi vogliamo
dire la nostra ma fornendo un contributo positivo.
Pur ricordando amaramente che, secondo i cronoprogrammi
originari, la metro C doveva arrivare a piazzale Clodio, transitando per San
Pietro, già da fine 2015, l’intenzione di oggi non è puntare il dito contro
questo o quell’altro (anche perché non finiremmo più). Altresì non si
richiederanno miracoli, come l’anticipare l’apertura della metro C a San
Giovanni, che porterebbe al collasso della linea A già messa sotto pressione
dalla moltitudine di fedeli.
Le due proposte sono semplici e chiare, nonché attuabili nel
giro di poche settimane:
Annullamento della
norma Ustif per i treni CAF MB400
Consegnati ormai un anno fa, i nuovi treni MB400 (o CAF che
dir si voglia) fino ad ora non hanno percorso molta strada senza che
capitassero incidenti. La colpa dei continui guasti non è attribuibile alla CAF,
la ditta spagnola che ha costruito i convogli, bensì alle nuove norme di
sicurezza dell’Ustif di cui abbiamo parlato abbondantemente.
“Ogni porta ha degli
interruttori, chiamati microswitch, che alla chiusura delle stesse scattano
dando il consenso alla trazione in cabina, al contrario la non perfetta
chiusura di questi interruttori toglie la corrente ed il treno non ha più
alimentazione. Sulla metro romana il sistema operativo dei convogli
prevede un massimo di tre tentativi di chiusura delle porte: dopodiché scatta
l’ allarme e il treno si blocca.
Secondo le vecchie
norme dell’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (USTIF)
le prime due chiusure dovevano avvenire con un carico di forza pari a 15
newton. La terza, l’ultima prima dell’allarme, invece poteva essere
caricata fino a 30 newton, per minimizzare il rischio di intralci.
Le nuove normative
dell’USTIF hanno modificato tale direttiva e la forza della terza chiusura è
stato abbassata a 15 newton per non arrecare un eventuale danno fisico alle
persone che tentano scioccamente di entrare a tutti i costi. Sotto le nuove
regole devono necessariamente sottostare i nuovi treni che quindi sono a
più rischio di allarme.”
Per maggiori info leggere #MetroForDummies
Annullare o almeno modificare tale norma ministeriale
renderebbe finalmente funzionanti e godibili i moderni treni che i cittadini
romani aspettano da anni, aumentando notevolmente la qualità di trasporto della
metro B.
Sui treni CAF della metro B e sugli autobus “serie Roma” (i
mezzi rossi per intenderci) sono presenti schermi informativi al più spenti. Nei tram Citiway 1 e 2 gli schermi al led, simili a
quelli dei treni della metropolitana, fin dall’acquisto sono sempre stati
spenti e vengono accesi rare volte per trasmettere agli utenti messaggi in
klingoniano. Sfruttare questo sistema di informazione, il cui acquisto ci è già costato non poco, non richiede neanche alcun tipo di investimento se non un po’ di tempo per la programmazione.
Un altro piccolo ma significativo intervento potrebbe essere
la messa in sicurezza delle corsie preferenziali. Poiché gli attuali e ridicoli
sistemi di protezione (segnalamento con vernice gialla, borchie di plastica)
dei tratti di strada riservati ai bus non sono efficaci, installare dei veri
cordoli di protezione allontanerebbe definitivamente il traffico privato dalla
corsia riservata al mezzo pubblico.
Poiché è facilmente prevedibile che nei mesi del Giubileo verrà
istituito un servizio bus di supporto Termini – Vaticano, la priorità spetta
alle preferenziali di via Nazionale e Corso Vittorio. L’installazione di spartitraffico
(non semplici new jersey, ma barriere si armonizzino col contesto stradale del
centro storico) lungo il perimetro delle corsie permetterebbe di proteggere il
mezzo pubblico e di fluidificare anche il traffico privato, contrastando l’odioso
fenomeno della doppia fila. In questo
senso via Labicana è stato esperimento riuscito, certamente da replicare in
altre parti della città.
Trattandosi di Giubileo, possiamo innanzi tutto sperare che
con qualche aiuto Divino, l'anno passi senza troppi disagi, ma dovendo essere
più pratici, preghiamo che i responsabili di Atac ed i governanti di Roma,
vengano travolti da un amore per la città (e per loro stessi) che fino ad oggi
non hanno dimostrato di avere.
Insomma se le grandi opere portano di solito con sé grandi ritardi,
piccoli accorgimenti potrebbero produrre benefici insperati. Qualcuno avrebbe ribadito:"damose da fa', semo romani!".