Da più di un anno a questa parte la vicenda Stadio (e
relativo Polo Direzionale) ha acceso i riflettori sulla zona di Tor di Valle. All’inizio
delle trattative l’amministrazione Marino aveva ipotizzato una biforcazione
della linea B EUR Magliana-Muratella che sarebbe diventata il mezzo principale
dei tifosi per arrivare allo Stadio, oltre a costituire una gronda capace di
drenare i pendolari della FL1 diretti all’EUR che ancora oggi sono costretti a
risalire la città fino alla stazione Ostiense. Tra alterne vicende la
visionaria diramazione è stata successivamente accorciata alla stazione di Tor
di Valle, in corrispondenza della esistente ferrovia Roma-Lido. Alla fine si è
concordato un finanziamento privato di 50 milioni di euro destinato al
trasporto pubblico sul quale si gioca la partita della pubblica utilità.
Se da una parte a primo impatto appare conveniente servire
il futuro Polo Direzionale con due servizi su ferro “pesante” (metropolitana e ferrovia), dall’altra parte è necessario
contemplare nell’analisi del trasporto pubblico una visione di insieme sullo
scenario esistente e possibile.
L’esperienza maturata in questi anni con l’apertura della
linea Bologna-Jonio ha insegnato che prima
di poter biforcare una metropolitana occorre quantomeno intervenire sul
servizio del ramo principale acquistando nuovi treni (da ospitare in un
deposito maggiormente capiente) e implementando un segnalamento che permetta di
garantire frequenze minori.
Ad oggi sulla linea B si è operato solo un terzo degli interventi
necessari (sono entrati in esercizio da un anno i nuovi treni CAF serie
MB.400), con inevitabili ripercussioni sulla regolarità dell’esercizio. In
particolare la stazione Tiburtina, diventata in questi anni il maggiore snodo
dell’AV romana, ha sofferto il dimezzamento dei passaggi dovuto alla
diramazione.
Alla luce dell’esperienza pregressa, l’eventuale diramazione da EUR Magliana andrebbe inevitabilmente ad
accentuare le criticità già esistenti e replicherebbe il “caso” Tiburtina FS
nel quartiere dell’Esposizione Universale EUR.
Si dirà: l’occasione
dello Stadio potrebbe rilanciare tutta la linea B!
Sicuramente non
con il solo finanziamento di 50 milioni di euro previsti.
Al di là di queste considerazioni dal carattere
squisitamente teorico, bisogna osservare il contesto nel quale questa diramazione
si andrebbe inserire. Per consentire la gestione agevole dei treni per i
capolinea Laurentina e Tor di Valle si sfrutterebbe il salto del montone già
esistente a EUR Magliana, oltre ad occupare permanentemente i binari di
comunicazione tra le O.G.R. (Officine Grandi Revisioni, ex deposito Magliana) e
il deposito-officina Magliana Nuova. Si creerebbero
quindi notevoli interferenze sia con l’attuale programma di manutenzione e
movimentazione mezzi nei depositi e sia con il progetto di estensione del
deposito-officina Magliana Nuova, già previsto da anni e finanziato con 42
milioni di euro.
Quest’ultima cifra aiuta anche a prendere coscienza del
peso ponderato che hanno 50 milioni di euro su una metropolitana che
necessiterebbe di un programma manutenzione che ne valga almeno il doppio.
La diramazione è certamente fattibile da un punto di vista strettamente tecnico,
ma porta con sé una serie di problematiche che una buona amministrazione
(comunale, regionale e statale) risolverebbe contemporaneamente alla
costruzione della biforcazione.
Purtroppo la realtà è tristemente ben diversa: con la linea
“B1” non si sono attuate le dovute predisposizioni e non si scorgono ragioni
per le quali le vicende dovrebbero andare diversamente per l’eventuale diramazione
per lo Stadio.
Come garantire quindi un’offerta di 30.000
passeggeri/ora con solo 50 milioni di euro?
Al di là della FL1, che certamente assorbirà una buona quota
parte dei passeggeri, resta solo la Roma-Lido come mezzo di trasporto su ferro ad
alta capacità. Come è noto questa ferrovia, utilizzata quotidianamente da
90.000 pendolari, soffre di croniche deficienze strutturali dovute ad anni di
pessima gestione e mancata progettazione. In prima battuta appare già più
conveniente investire là dove ci sono maggiori disagi, ovvero dove si possono
apportare benefici maggiori a parità di finanziamento.
In particolare per aumentare considerevolmente la capacità
della Roma-Lido, rendendo operanti le potenzialità inespresse, basterà
intervenire su due soli aspetti: segnalamento
e capienza dei convogli.
Attualmente il parco rotabile è integralmente composto da
treni a 6 vetture (1200 posti) e il regime di distanziamento di tipo train stop
consente massimamente passaggi ogni 7,5 minuti, ovvero 8 partenze l’ora. La capacità di trasporto è quindi di 9600
passeggeri/ora.
Ipotizzando invece treni da 8 vetture (1600 posti) e un regime
di blocco automatico a quattro codici (attualmente in fase di lavorazione
secondo Atac, si veda il verbale della seduta Comm. Mobilità del 9 settembre
2016) si consentirebbero mediamente passaggi ogni 5 minuti, ovvero 12 partenze
l’ora. In questa configurazione la
capacità di trasporto sale a 19200
passeggeri/ora, ossia l’equivalente della combinazione diramazione metro B +
Roma-Lido non potenziata.
La differenza tra i due scenari sta nella qualità dell’offerta, che da una parte
vede una metropolitana diramata, con tutti i problemi già lungamente trattati,
e dall’altra consegna ai cittadini di Ostia dei nuovi convogli ad alta capacità
(1600 posti) utilizzabili anche al di fuori dell’ambito degli eventi sporti. Volendo
esagerare è possibile che, lavorando a distanza di blocco, la frequenza della
Roma-Lido scenda occasionalmente anche a 3 minuti.
Questo scenario va
tuttavia riportato all’interno di una reale disponibilità finanziaria di 50
milioni di euro. Per tale ragione il potenziamento riguarderebbe esclusivamente
il tratto da Porta san Paolo a Tor di Valle, stazione nella quale andrebbe
realizzato uno scambio a croce per permettere l’inversione di corse limitate
per i soli eventi sportivi. Essendo la percorrenza Porta san Paolo – Tor di
Valle pari a 10 minuti, per garantire la frequenza a 5 minuti occorrerebbero
sei treni ad alta capacità.
In sostanza si
propone di utilizzare alternativamente l’investimento privato per:
- Acquistare sei treni da 8 vetture
ad alta capacità
- Inserire una croce di inversione
in prossimità della fermata Tor di Valle
- Ristrutturare parzialmente la
stazione Tor di Valle
Le lavorazioni necessarie, non coperte dai 50 milioni ma comunque
già in corso, per attuare il programma di esercizio con frequenza a 5 minuti
nella tratta Porta san Paolo-Tor di Valle sono:
- Implementazione del regime di
blocco automatico a quattro codici
- Nuove sottostazioni elettriche
(Torrino,Vitinia e Colombo sono già pronte dal 2014 ma inutilizzate per un
conflitto con il fornitore ACEA/mancanza di autorizzazioni USTIF)
Altre questioni e/o
dubbi potremo approfondirle in futuro con dei focus tematici.
Ad esempio potrebbe essere interessante approfondire il ruolo che potrebbe giocare la filovia
EUR Agricoltura-Tor de’ Cenci, già prevista da tempo e finanziata, che in
una diramazione dovrebbe far capolinea proprio davanti alla stazione di Tor di
Valle.