È ormai da diverso tempo che Atac piange miseria. I
pendolari, pur prendendo mezzi sempre più scadenti, pagano un biglietto
maggiorato del 50 % e le misure prese per rallentare la crescita del debito non
sembrano essere efficaci. Nonostante tutto l’azienda si permette ancora di
sperperare il poco denaro a disposizione dotando i mezzi di costosi accessori
che poi non vengono utilizzati. E gli sprechi non si limitano solo in questo
ambito.
I bus rossi Serie Roma di recente acquisto, decantati come i
pullman a “misura di capitale” (a quanto pare nelle città “non capitali” non
possono girare)sono dotati di un accessorio, il conta passeggeri, che controlla
quante persone pagano effettivamente il biglietto. Ma cosa serve investire soldi
in questi costosi accessori se poi non ci sono controllori che intervengano per
multare chi non paga? Che serve stilare statistiche sul tasso di evasione
tariffaria se si sa già bene quanti pochi siano coloro che pagano regolarmente?
Eppure basterebbero poche azioni quotidiane per risollevare le sorti dell’Atac.
I passeggeri in tutti gli altri paesi europei sono obbligati
a salire in testa al bus e devono tassativamente obliterare i biglietto o
convalidare l’abbonamento sotto gli occhi vigili dell’autista. A Roma purtroppo ciò non accade mai anche perché
gli autisti non hanno le abilitazioni dei controllori e molti turisti percepiscono
questo fatto come sintomo di arretratezza culturale. Come non condividere
questa posizione? Per superare questa mancanza è necessario che il primo sforzo
parta dall’azienda stessa. Bisogna incominciare a rieducare gli autisti dei bus
ad aprire solo la porta anteriore se la fermata non è prenotata e a controllare
che i biglietti vengano convalidati dando loro il potere di multare chi non
esibisce il titolo di viaggio. Anche se potrebbe sembrare una cosa di poco
conto, questo cambiamento consentirebbe definitivamente di debellare la grande
parte dell’evasione tariffaria e porterebbe preziosi introiti nelle casse dell’azienda.
Tornando a parlare di sprechi, c’è da aggiungere anche che
già molti degli schermi tv interni dei nuovi bus sono disattivati o trasmettono da mesi lo stesso ciclo di
programmi mai cambiati. Un potenziale canale di informazione in tempo reale
viene così ridotto a una finestra pubblicitaria priva di utilità. Nei tram Citiway
1 e 2 gli schermi al led, simili a quelli dei treni della metropolitana, fin dall’acquisto
sono sempre stati spenti e vengono accesi rare volte per trasmettere agli
utenti messaggi in klingoniano.
In metropolitana fortunatamente i palinsesti ogni tanto
vengono aggiornati ma Rubicchio, cartone dalla dubbio utilità educativa, cerca
sempre di rubare attraverso le epoche storiche. Ma in metro lo spreco
principale non è questo; d’estate e d’inverno la temperatura a Roma oscilla tra
estremi e, per rendere confortevoli i
viaggi, sono stati acquistati qualche anno fa i treni Caf dotati di sistema di climatizzazione.
Per preservare l’ambiente climatizzato, i treni erano predisposti in maniera
tale che le porte dei convogli si aprissero solamente se il tasto di apertura veniva
schiacciato. Nei Caf romani ogni pulsante è stato disabilitato. La conseguenza
è facilmente intuibile: a ogni fermata della metro tutte le porte devono obbligatoriamente
aprirsi favorendo la dispersione di preziosa aria climatizzata. Se venissero
immediatamente ricollegati i tasti alle porte nei treni condizionati, si eviterebbe
la dispersione dell’ambiente climatizzato e inoltre verrebbe prevenuta un’
inutile usura del meccanismo di apertura delle porte.
Si torna sempre alla solita domanda: perché bisogna acquistare
mezzi dotati di tutti questi accessori se puoi non vengono programmati e
utilizzati?
Al posto di sprecarli, i soldi non si potrebbero impiegare
in altro modo? Magari se venissero attrezzate le stazioni della metro e i
capilinea bus con rastrelliere si incoraggerebbe molto l’utilizzo della
bicicletta per i piccoli spostamenti. Ma questa è solo una piccola idea…
Fatemi conoscere la vostra!
i bus roma hanno la porta anteriore utilizzabile solo a metà: un'anta per i passeggeri e un'anta per il guidatore. se tutti dovessero entrare da lí la sosta alle fermate durerebbe ore...
RispondiEliminaLa sosta nelle fermate negli altri paesi europei che ho visitato dura molto poco ed è raro che capiti affollamento alla pensilina. A Roma la situazione da questo punto di vista è particolarmente avversa e pretendere di salire davanti una folla di persone che magari aspetta da un'ora il bus sarebbe una follia. Bisognerebbe incominciare a farlo nelle ore morbide, con la giusta gradualità. I progressi verranno da se.
EliminaQuesta caratteristica, come hai detto giustamente, è peculiare dei soli bus serie roma che rappresentano il 25% della flotta Atac. Se poi contiamo anche i bus di Roma Tpl la percentuale scende di qualche altro punto rispetto alla totalità della rete su gomma. Nelle linee non esercitate da questi bus si potrebbe comunque cominciare a praticare questa buona abitudine.
RispondiElimina...a parte il fatto che il contapasseggeri e' installato da tempo immemore su quasi tutti i bus di Roma TPL (alcuni hanno solo il supporto con l'apparato smontato)!
RispondiEliminaE' quella "barra nera" sopra le porte.
E immagino non siano serviti a nulla in questi anni.
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