La gara per l’affidamento delle “linee periferiche” di Roma, che doveva essere presentata a luglio e poi è stata rimandata agli inizi di novembre, ha già subìto uno stop. Le troppe iniquità del bando, dall’obbligo di riacquistare i mezzi usati (bus finiti in cenere compresi) ad un prezzo come se fossero nuovi, alla mala riorganizzazione del personale sui due lotti previsti, hanno spinto le aziende interessate a presentare ben 5 ricorsi al TAR del Lazio, per i quali la giunta sta attendendo nella giornata di oggi il pronunciamento sull'eventuale sospensiva di gara.
L’ennesima beffa a fronte di un bando già ritirato due volte per vizi di forma, come l’importo di un miliardo di euro precedentemente fissato a 100 milioni a causa di una virgola di troppo. La giunta pentastellata continua, nonostante i blog civici Odissea Quotidiana e Diario Romano abbiano messo in guardia l’amministrazione anche sull’ultima stesura del testo, a commettere sbagli grossolani di cui i romani sconteranno le conseguenze.
La gestione fallimentare dell’attuale esercente Roma TPL, che fatica ad erogare gli stipendi ai propri autisti, già prorogata fino al primo gennaio 2020 per i ritardi amministrativi potrebbe essere ulteriormente rinnovata per scongiurare l’interruzione del pubblico servizio nelle sofferenti periferie della città.
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